Il ministro: «Ma l’80% dei docenti è del Sud». Grillo pubblica la lettera di un insegnante “deportato”
«Le cattedre disponibili al Centronord»
ROMA Non si placano le polemiche sui trasferimenti di docenti che, sulla base del piano straordinario di mobilità, hanno ottenuto una sede lontano da casa. «L’80% degli insegnanti è meridionale mentre la maggioranza degli studenti, e quindi delle cattedre disponibili, è al Centro Nord» ripete il ministro Stefania Giannini dopo che anche la responsabile scuola del Pd, Francesca Puglisi, commentando i dati di TuttoScuola aveva avvertito: «Non c’è stato alcun complotto da parte del governo ai danni degli insegnanti del sud che si dovranno trasferire». Il blog di Beppe Grillo pubblica una lettera aperta a Matteo Renzi di un docente «deportato» e si scatena il finimondo tra gli attivisti pentastellati. «Caro Matteo, auguro a te, ai membri del tuo governo e a tutti i parlamentari di passare quello che io, la mia famiglia e le famiglie di decine di migliaia di professori italiani stanno passando. Stai letteralmente deportando da una parte all’altra dell’Italia decine di migliaia di persone. Per la grande maggioranza madri di famiglia». Nella lettera l’insegnante mette in carico al premier le conseguenze di questi provvedimenti («le lacrime dei nostri figli che piangono e piangeranno per la partenza della loro mamma come li ripareremo? Come spiegargli tutto questo?») e lo avverte: «Avete pochi giorni per porre rimedio a questa sciagura, altrimenti stai sereno, almeno fino a Ottobre». La lettera, scritta pochi giorni fa da Antonio Capodieci per Orizzontescuola.it, viene infatti ripresa dal blog dei 5 Stelle ma riceve un’ondata di critiche. « Questo piagnisteo non mi piace nemmeno un poco...» scrive Francesco R.: «Cercate comprensione oggi perché tocca a voi, ma che cosa avete fatto negli anni per i precari e i disoccupati?» aggiunge Lalla B. che continua: «Voi del Sud se siete così bravi gambe in spalla e lavorare pensando a chi il lavoro non ce l’ha!». «Le lacrime dei nostri figli sono rilevanti solo se concomitanti a nostri disagi adulti» aggiunge Manu T. «E allora? - conclude un altro attivista - Non vedo il problema: voi non solo vorreste conservare il vostro posto pubblico, ma vorreste essere voi a decidere dove lavorare». Poi taglia corto: «mi meraviglio che il Blog abbia ospitato un intervento simile, spero almeno non per condividerlo».
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