Il caso delle espulsioni nulle, i grillini fanno a botte con le regole
In teoria tutti gli espulsi potrebbero tornare pronti a gustare i sogni dei satrapi
Dietro gli arzigogoli giuridici – ma il diritto è una cosa su cui non si può scherzare: è sovrano- c’è un fatto politico clamoroso: le espulsioni comminate nei mesi scorsi a Napoli dai satrapi del M5S sono nulle.
A questo punto chiunque sia stato cacciato dal Movimento nei mesi scorsi potrà ricorrere. In teoria, potrebbe cedere tutta l’impalcatura para-rivoluzionaria del grillismo, e con essa un’arma decisiva in mano ad un gruppo dirigente non eletto da nessuno, a riprova che quando la rivoluzione fa leva sulla ghigliottina è destinata a fallire.
La notizia, dicevamo, viene da Napoli: il Tribunale napoletano ha annullato 23 espulsioni locali” comminate dal M5S “nazionale” perché basate su un regolamento illegittimo, dunque nullo, varato da una associazione diversa da quella cui gli espulsi erano iscritti.
Sembra una roba da azzeccagarbugli ma in soldoni significa che i capi del M5S sono dei gran pasticcioni totalmente digiuni di codice civile e norme amministrative – nonché di sapienza politica; e dunque, va ripetuto, sulla base di questo precedente tutte le decine di espulsioni finora comminate possono essere considerate nulle.
È un colpo serio al politburo pentastellato. Che forse qualcosa ha annusato, visto che l’ultima “cacciata” (politica, non disciplinare), cioè quella di Roberta Lombardi dal minidirettorio romano, è avvenuta in seguito a “moral suasion” e non ad atti d’imperio.
Quello che inquieta, visto che stiamo parlando di un partito che compete per la guida del Paese e che governa Roma e Torino, è questa ricorrente prova di scarsissima familiarità con le regole. Al confronto, le vicende di Quarto fanno tenerezza: da mesi assistiamo a pratiche illegittime dal punto di vista interno e a comportamenti opachi all’esterno (lasciamo la lavorare, la Raggi, ma in due settimane qualche pasticcio, sito il profilo delle regole l’ha già combinato).
Quando diventeranno affidabili, i pentastellati? Perché il punto è amore lo stesso: il dissenso non è tollerabile né tollerato. Ieri si espellevano le varie Serenella Fuksia, i deputati non in linea con Grillo, i malpancisti vicini a Pizzarotti, i romani insofferenti del pugno di ferro di Lombardi-Taverna, i napoletani critici di Roberto Fico; ma domani tutti questi potrebbero tornare, come démoni notturni pronti a guastare i sogni dei satrapi.
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