sabato 23 luglio 2016

M5S, Direttorio e nipote di Grillo non trovano la quadra sulla proprietà del simbolo. Lo zio Beppe è in vacanza

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Adesso il problema si chiama Grillo. Ma non inteso come Beppe. Bensì come Enrico, cioè il nipote del leader pentastellato, avvocato e vicepresidente dell’associazione M5S. E’ nel suo studio a Genova, dove c’è la sede legale del Movimento, che il Direttorio grillino si è riunito per decidere nei fatti la nuova struttura. Ed è qui che tra il Direttorio (Di Maio, Di Battista, Fico, Ruocco, Sibilia) ed Enrico Grillo sarebbe andato in scena un braccio di ferro sulla proprietà del simbolo M5S. Secondo quanto si apprende, il nipote di Beppe avrebbe frenato l'operazione sul marchio stellato che al momento appartiene all’associazione Movimento 5 Stelle, formata, fino alla scomparsa di Gianroberto Casaleggio nell'aprile scorso, da quattro soci: lo stesso Grillo, Casaleggio, Enrico Nadasi (commercialista di Grillo) ed Enrico Grillo.
Mentre il Movimento cambia il corso della sua storia, Beppe Grillo è in vacanza a Olbia, anche se più fonti ben accreditate avevano riferito che nel giorno del mega vertice il comico si trovava a Genova dove era stato raggiunto dal Direttorio anche per i suoi 68 anni. Insomma, attorno alla presenza del leader pentastellato si è alimentato un giallo. Roberto Fico scrive su Facebook: “Peccato che noi cinque siamo a Genova ma Beppe è in vacanza e quindi si trova proprio in un'altra regione”. Così un utente chiede: “Allora, per quale motivo siete a Genova?”. In mattinata viene riferito – da fonti parlamentari - della riunione nello studio legale di Enrico Grillo, senza però lo zio. Carlo Sibilia, dal canto suo, prova a confondere le acquee: "Nessuna riunione segreta. Non c'è nessun cambio di proprietà”. Luigi Di Maio va oltre: “Grillo e il suo futuro non sono in discussione nel Movimento 5 Stelle. L'unica cosa da fare - spiega - è che dobbiamo adeguare un po' di scartoffie ad alcune ordinanze della magistratura che sono state emesse negli ultimi giorni". Il riferimento è alla questione dei ricorsi dopo che il tribunale di Napoli ha dato ragione agli espulsi e quindi Beppe Grillo, in quanto unico garante e presidente del Movimento, rischierebbe di rimetterci i soldi di tasca sua. Anche per questo è stato deciso di creare un comitato di garanti ad hoc e di modificare lo statuto.
Non solo. Il passaggio storico sta nella volontà di Grillo di non essere più lui il proprietario del simbolo in quanto presidente dell’associazione. Dell’associazione però, come è noto, fa parte anche il nipote che – secondo quanto si apprende – non sarebbe intenzionato a cedere la proprietà per lasciare tutto lo spazio ai parlamentari. Quindi, la via di mezzo che porterebbe alla quadra - si ragiona in queste ore - sarebbe un ingresso del Direttorio nell’associazione al posto di Gianroberto Casaleggio. In questo caso però si aprirebbe un problema enorme con alcuni deputati e i senatori ortodossi, convinti ancora che “uno vale uno” e che soffrono la sovraesposizione del Direttorio. In questo contesto però anche l'Associazione Rousseau, fondata da Davide Casaleggio, non vuole essere esclusa. 
Insomma, nella storia dei partiti le litigate su chi deve tenere il simbolo sono sempre avvenute una volta compiuta la scissione, nel caso dei 5Stelle avviene quando il leader Beppe Grillo ha deciso di fare un passo indietro causando un terremoto nel Movimento che prova a camminare sulle sue gambe.

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