Dalle uova alla polenta: nasce la strana coppia D’Alema-Salvini?
Il leader leghista invita l’ex premier alla Berghem Fest di Alzano Lombardo per parlare del referendum costituzionale
Nei giorni scorsi Massimo D’Alema durante la trasmissione In Onda si è lamentato di non venir invitato alle Feste de l’Unità per parlare di referendum, ma solo di politica estera. La posizione di contrarietà dell’ex premier al referendum costituzionale è ormai nota, com’è nota la posizione ufficiale del Partito democratico, che sta facendo campagna in prima linea per il Sì. Ora la posizione di contrasto di D’Alema alla riforma pone un problema di opportunità politica: può uno dei leader storici del centrosinistra fare propaganda per il No alle Feste de l’Unità, organizzate dal partito che è il motore dei comitati per il Sì? Un tema che si allarga anche ad altri esponenti dem schierati sul fronte opposto rispetto alla linea ufficiale, ma certo si fa più pungente quando riguarda personalità di rilievo come il presidente di ItalianiEuropei.
Massimo D’Alema negli ultimi anni si è sempre esibito nelle Feste nazionali in dibattiti sulla politica estera e sul ruolo dell’Europa, in questi dibattiti poi è chiaro, vista la statura politica dell’ex premier, che si parlasse anche di politica interna e di Pd.
Venuto a conoscenza di questa situazione ha preso subito la palla al balzo il leader leghista Matteo Salvini che ha invitato l’ex premier alla Berghem Fest di Alzano Lombardo per parlare del referendum costituzionale: “D’Alema non viene invitato alle feste dell’Unità a parlare del referendum costituzionale? Zittiscono un politico che ha argomenti forti e posizioni interessanti? Lo invitiamo noi. La Lega non ama chi toglie il diritto di parola, né il pensiero unico, per questo invito D’Alema alla Berghem Fest di Alzano Lombardo in settembre”.
Da quando sono state rese note le posizioni dei vari leader e dei vari partiti, si erano immaginate strane alleanze, ma vedere sullo stesso palco D’Alema e Salvini avere la stessa posizione non sembrava nemmeno immaginabile. Naturalmente, ancora Massimo D’Alema non ha accettato l’invito del leader leghista e non è affatto detto che lo farà, ma già solo l’invito è un evento eccezionale.
A confermarlo è un precedente che risale al 1999, quando l’attuale leader leghista fu denunciato e condannato a 30 giorni per aver lanciato delle uova contro l’allora premier D’Alema. Ma da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, così oggi i due hanno la stessa posizione, condivisa anche con Berlusconi, Grillo, Fassina e Fratoianni. L’estate e la campagna referendaria sono appena iniziate ma già promettono bene.
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