Damilano provoca il leader della Lega a Otto e Mezzo sulla moneta unica. «Dire che non va bene e dire che bisogna uscire, però, sono due cose diverse», aggiunge la Gruber. Ma i vertici della Lega smentiscono: nessuna marcia indietro, anzi
Matteo Salvini cambia idea sull’euro? Durante la trasmissione Otto e Mezzo Lilli Gruber e Marco Damilano de L’Espresso hanno incalzato il leader della Lega sul tema alla fine della trasmissione di La7, ottenendo risposte diverse da quelle che Salvini aveva dato durante la campagna elettorale per le Europee. «Mi sembra di capire che lei non parla più di uscire dall’euro da qualche mese…», dice Damilano. «Ma sarà l’euro che uscirà dalla storia…», replica Salvini. «L’euro è una moneta sbagliata non perché lo dice Salvini, ma perché lo dicono sei premi Nobel», continua. «Avverta il professor Borghi che l’euro non è più un tema!», lo provoca Damilano riferendosi al consigliere regionale ed ex candidato alla presidenza della Toscana che ha spinto di più (e ben prima di entrare nella Lega) sull’uscita dall’euro. E Salvini: «Le sto dicendo che dire che l’euro va bene o è ignoranza o è malafede». A quel punto interviene la Gruber: «Dire che non va bene e dire che bisogna uscire, però, sono due cose diverse». «Ma noi da persone responsabili stiamo preparando il giorno dopo, l’uscita di sicurezza. Siccome l’euro cadrà, o faccio finta di niente fino al giorno in cui cadrà, oppure mi preparo un attimo prima e penso a cosa fare il giorno dopo prima che il tetto mi crolli sulla testa».
Subito dopo la fine della trasmissione lo scambio di battute suscita ironia e ilarità:
Ma c’è da dire che qualche minuto dopo la trasmissione, mentre i mugugni sulla risposta di Salvini cominciavano a farsi sentire, è proprio Claudio Borghi a intervenire su Twitter per smentire che Salvini abbia cambiato idea sull’euro:
“Sono i polli del “deve dire no euro ogni volta che respira” che ispirano (vane) speranze di dividere il campo. La smettessero”, aggiunge poi Borghi sempre su Twitter, e la battuta è indirizzata precisamente a chi, da qualche tempo, sta facendo notare che Salvini sull’euro – in concomitanza con le nuove discussioni di accordi con Forza Italia – è diventato più tiepido. E proprio a questi è indirizzata anche la minaccia finale di Borghi:
Quindi attenziò battagliò, “dopo” si metterà su un bel tribunale. Lo si edificherà a fianco di quello per la tutela della devolution, probabilmente.
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