Il Papa all'Onu: garantire alle famiglie casa, lavoro, terra e libertà
L'appello di Francesco ai governanti, applaudito 27 volte dall'Assemblea. E standing ovation
Roma, 25 set. (askanews) - I governanti hanno il dovere di garantire alle famiglie i beni essenziali, sia materiali e sia spirituali. E non possono bastare solenni assunzioni d'impegno o "esercizi burocratici": occorrono azioni costanti e misure concrete e immediate. E' l'appello che Papa Francesco ha lanciato all'Assemblea generale dell'Onu, che lo ha applaudito ben 27 volte durante il suo discorso per tributargli, infine una standing ovation.
Casa, lavoro, terra e libertà sono, ha detto in sostanza il Pontefice, l'indispensabile per le famiglie umane. "Lo sviluppo umano integrale e il pieno esercizio della dignità umana non possono essere imposti. Devono essere costruiti e realizzati da ciascuno, da ciascuna famiglia, in comunione con gli altri esseri umani e in una giusta relazione con tutti gli ambienti nei quali si sviluppa la socialità umana - amici, comunità, villaggi e comuni, scuole, imprese e sindacati, province, nazioni, ecc. Questo suppone ed esige il diritto all'istruzione, anche per le bambine escluse in alcuni luoghi - ha spiegato il Papa -, che si assicura in primo luogo rispettando e rafforzando il diritto primario della famiglia a educare e il diritto delle Chiese e delle altre aggregazioni sociali a sostenere e collaborare con le famiglie nell'educazione delle loro figlie e dei loro figli. L'educazione, così concepita, è la base per la realizzazione dell'Agenda 2030 e per il risanamento dell'ambiente".
"Al tempo stesso - ha sottolineato Bergoglio -, i governanti devono fare tutto il possibile affinché tutti possano disporre della base minima materiale e spirituale per rendere effettiva la loro dignità e per formare e mantenere una famiglia, che è la cellula primaria di qualsiasi sviluppo sociale. Questo minimo assoluto, a livello materiale ha tre nomi: casa, lavoro e terra; e un nome a livello spirituale: libertà dello spirito, che comprende la libertà religiosa, il diritto all'educazione e gli altri diritti civili. Per tutte queste ragioni, la misura e l'indicatore più semplice e adeguato dell'adempimento della nuova Agenda per lo sviluppo sarà l'accesso effettivo, pratico e immeditato, per tutti, ai beni materiali e spirituali indispensabili: abitazione propria, lavoro dignitoso e debitamente remunerato, alimentazione adeguata e acqua potabile; libertà religiosa e, più in generale, libertà dello spirito ed educazione. Nello stesso tempo, questi pilastri dello sviluppo umano integrale hanno un fondamento comune, che è il diritto alla vita, e, in senso ancora più ampio, quello che potremmo chiamare il diritto all'esistenza della stessa natura umana". E anche qui, giù applausi dall'assemblea.
"Non sono sufficienti, tuttavia, gli impegni assunti solennemente - ha ammonito il Papa -, anche quando costituiscono un passo necessario verso la soluzione dei problemi". "Il mondo - ha insistito - chiede con forza a tutti i governanti una volontà effettiva, pratica, costante, fatta di passi concreti e di misure immediate, per preservare e migliorare l'ambiente naturale e vincere quanto prima il fenomeno dell'esclusione sociale ed economica, con le sue tristi conseguenze di tratta degli esseri umani, commercio di organi e tessuti umani, sfruttamento sessuale di bambini e bambine, lavoro schiavizzato, compresa la prostituzione, traffico di droghe e di armi, terrorismo e crimine internazionale organizzato. E' tale l'ordine di grandezza di queste situazioni e il numero di vite innocenti coinvolte, che dobbiamo evitare qualsiasi tentazione di cadere in un nominalismo declamatorio con effetto tranquillizzante sulle coscienze". E in ogni caso "dobbiamo aver cura che le nostre istituzioni siano realmente efficaci nella lotta contro tutti questi flagelli".
Per il Papa, "la molteplicità e complessità dei problemi richiede di avvalersi di strumenti tecnici di misurazione. Questo, però, comporta un duplice pericolo: limitarsi all'esercizio burocratico di redigere lunghe enumerazioni di buoni propositi - mete, obiettivi e indicatori statistici -, o credere che un'unica soluzione teorica e aprioristica darà risposta a tutte le sfide. Non bisogna perdere di vista, in nessun momento, che l'azione politica ed economica, è efficace solo quando è concepita come un'attività prudenziale, guidata da un concetto perenne di giustizia e che tiene sempre presente che, prima e aldilà di piani e programmi, ci sono donne e uomini concreti, uguali ai governanti, che vivono, lottano e soffrono, e che molte volte si vedono obbligati a vivere miseramente, privati di qualsiasi diritto".
Infine: "Chiedo a Dio Onnipotente che sia così, e vi assicuro il mio appoggio, la mia preghiera e l`appoggio e le preghiere di tutti i fedeli della Chiesa Cattolica, affinché questa Istituzione, tutti i suoi Stati membri e ciascuno dei suoi funzionari, renda sempre un servizio efficace all`umanità, un servizio rispettoso della diversità e che sappia potenziare, per il bene comune, il meglio di ciascun popolo e di ciascun cittadino. La benedizione dell`Altissimo, la pace e la prosperità a tutti voi e a tutti i vostri popoli. Grazie", ha concluso Francesco, e i delegati dell'Assemblea generale sono scattati in piedi per acclamarlo.
Int7/Ska
Casa, lavoro, terra e libertà sono, ha detto in sostanza il Pontefice, l'indispensabile per le famiglie umane. "Lo sviluppo umano integrale e il pieno esercizio della dignità umana non possono essere imposti. Devono essere costruiti e realizzati da ciascuno, da ciascuna famiglia, in comunione con gli altri esseri umani e in una giusta relazione con tutti gli ambienti nei quali si sviluppa la socialità umana - amici, comunità, villaggi e comuni, scuole, imprese e sindacati, province, nazioni, ecc. Questo suppone ed esige il diritto all'istruzione, anche per le bambine escluse in alcuni luoghi - ha spiegato il Papa -, che si assicura in primo luogo rispettando e rafforzando il diritto primario della famiglia a educare e il diritto delle Chiese e delle altre aggregazioni sociali a sostenere e collaborare con le famiglie nell'educazione delle loro figlie e dei loro figli. L'educazione, così concepita, è la base per la realizzazione dell'Agenda 2030 e per il risanamento dell'ambiente".
"Al tempo stesso - ha sottolineato Bergoglio -, i governanti devono fare tutto il possibile affinché tutti possano disporre della base minima materiale e spirituale per rendere effettiva la loro dignità e per formare e mantenere una famiglia, che è la cellula primaria di qualsiasi sviluppo sociale. Questo minimo assoluto, a livello materiale ha tre nomi: casa, lavoro e terra; e un nome a livello spirituale: libertà dello spirito, che comprende la libertà religiosa, il diritto all'educazione e gli altri diritti civili. Per tutte queste ragioni, la misura e l'indicatore più semplice e adeguato dell'adempimento della nuova Agenda per lo sviluppo sarà l'accesso effettivo, pratico e immeditato, per tutti, ai beni materiali e spirituali indispensabili: abitazione propria, lavoro dignitoso e debitamente remunerato, alimentazione adeguata e acqua potabile; libertà religiosa e, più in generale, libertà dello spirito ed educazione. Nello stesso tempo, questi pilastri dello sviluppo umano integrale hanno un fondamento comune, che è il diritto alla vita, e, in senso ancora più ampio, quello che potremmo chiamare il diritto all'esistenza della stessa natura umana". E anche qui, giù applausi dall'assemblea.
"Non sono sufficienti, tuttavia, gli impegni assunti solennemente - ha ammonito il Papa -, anche quando costituiscono un passo necessario verso la soluzione dei problemi". "Il mondo - ha insistito - chiede con forza a tutti i governanti una volontà effettiva, pratica, costante, fatta di passi concreti e di misure immediate, per preservare e migliorare l'ambiente naturale e vincere quanto prima il fenomeno dell'esclusione sociale ed economica, con le sue tristi conseguenze di tratta degli esseri umani, commercio di organi e tessuti umani, sfruttamento sessuale di bambini e bambine, lavoro schiavizzato, compresa la prostituzione, traffico di droghe e di armi, terrorismo e crimine internazionale organizzato. E' tale l'ordine di grandezza di queste situazioni e il numero di vite innocenti coinvolte, che dobbiamo evitare qualsiasi tentazione di cadere in un nominalismo declamatorio con effetto tranquillizzante sulle coscienze". E in ogni caso "dobbiamo aver cura che le nostre istituzioni siano realmente efficaci nella lotta contro tutti questi flagelli".
Per il Papa, "la molteplicità e complessità dei problemi richiede di avvalersi di strumenti tecnici di misurazione. Questo, però, comporta un duplice pericolo: limitarsi all'esercizio burocratico di redigere lunghe enumerazioni di buoni propositi - mete, obiettivi e indicatori statistici -, o credere che un'unica soluzione teorica e aprioristica darà risposta a tutte le sfide. Non bisogna perdere di vista, in nessun momento, che l'azione politica ed economica, è efficace solo quando è concepita come un'attività prudenziale, guidata da un concetto perenne di giustizia e che tiene sempre presente che, prima e aldilà di piani e programmi, ci sono donne e uomini concreti, uguali ai governanti, che vivono, lottano e soffrono, e che molte volte si vedono obbligati a vivere miseramente, privati di qualsiasi diritto".
Infine: "Chiedo a Dio Onnipotente che sia così, e vi assicuro il mio appoggio, la mia preghiera e l`appoggio e le preghiere di tutti i fedeli della Chiesa Cattolica, affinché questa Istituzione, tutti i suoi Stati membri e ciascuno dei suoi funzionari, renda sempre un servizio efficace all`umanità, un servizio rispettoso della diversità e che sappia potenziare, per il bene comune, il meglio di ciascun popolo e di ciascun cittadino. La benedizione dell`Altissimo, la pace e la prosperità a tutti voi e a tutti i vostri popoli. Grazie", ha concluso Francesco, e i delegati dell'Assemblea generale sono scattati in piedi per acclamarlo.
Int7/Ska
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