venerdì 25 settembre 2015

Detto fatto. In Italia il vecchio AD lo avrebbero subito riciclato in un'altra azienda.

Matthias Mueller, numero uno di Porsche, è il nuovo ad. Classe 1953, ha iniziato come operaio in Audi. Ed è un fedelissimo del vecchio patriarca Piëch.

25 Settembre 2015
Adesso è ufficiale. Il consiglio di amministrazione di Volkswagen ha nominato l'ormai ex numero uno di Porsche, Matthias Mueller, nuovo amministratore delegato del gruppo, dopo lo scandalo emissioni che ha portato all'addio di Martin Winterkorn. La casa automobilistica tedesca ha dichiarato: «Lo scandalo è un disastro morale e politico, faremo di tutto per riconquistare la fiducia, passo dopo passo».
«SUBITO STANDARD PIÙ SEVERI». Mueller ha annunciato da subito, in conferenza stampa, l'introduzione di controlli più severi: «Accolgo con piacere questo incarico, malgrado il momento difficile che dobbiamo affrontare. Ma sono fiducioso. Introdurremo degli standard più severi, perché non si possa più ripetere quello che è accaduto. La mia priorità è riconquistare la fiducia perduta, una sfida senza precedenti, ma possiamo superare e supereremo questa crisi».
L'ex numero uno di Porsche, prima azionista del gruppo Volkswagen con il 31,5%, era indicato da giorni come il candidato favorito.
UN CEO 'OPERAIO'. Classe 1953, Matthias Mueller ha iniziato la sua carriera in Audi nel 1977 dopo il diploma, con un apprendistato da operaio. Dopo la laurea in Scienze applicate è tornato in Audi nel dipartimento di Innovation Technology nel 1984. Nel 1993 è stato project manager di Audi A3, mentre nel 2002 ha coordinato le linee Audi e Lamborghini nel gruppo Volkswagen. Dal 2010 ha assunto il ruolo di amministratore delegato di Porsche, brand di punta del gruppo di Wolfsburg, e dal 1 marzo 2015 era entrato anche nel consiglio di amministrazione della casa madre.
IN GERMANIA 2,8 MILIONI DI AUTO IRREGOLARI. In Germania intanto lo scandalo emissioni assume dimensioni sempre più vaste, sia in termini di numeri di veicoli coinvolti, sia per la gravità delle azioni intraprese dai manager del gruppo automobilistico. I veicoli circolanti coinvolti nel Dieselgate sono 2,8 milioni e fra questi ci sarebbero anche vetture di cilindrata 1.200, contrariamente a quanto finora pensato, nonché alcuni furgoni. A dichiararlo il ministro dei Trasporti tedesco Alexander Dobrindt, che ha definito le manomissioni «senza dubbio illegali».
VALZER DI NOMINE, MA HORN RESTA AL SUO POSTO. Un'altra notizia è che nel valzer di nuove nomine decise da Volkswagen Michael Horn, presidente e Ceo per l'America, rimane al suo posto. L'interessato si era detto pronto a dimettersi. Lasciano invece il capo delle vendite e marketing Christian Klinger, sostituito dal capo di Seat Juergen Stackmann. Al posto di Stackmann va l'italiano Luca De Meo, ex manager Fiat.
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