lunedì 21 settembre 2015

Peppino Calderola rimane sempre un grande giornalista. Altro che Travaglio.

Peppino Caldarola
MAMBO 

La sinistra Pd è all'ultimo atto prima dell'estinzione

Senza autonomia né idee innovatrici, i ribelli dem verranno sconfitti dal loro radicalismo.

21 Settembre 2015Share on facebook
Comunque vada a finire la Direzione del Pd, Renzi e la sua minoranza saranno sempre due entità che mal convivono.
Erano due partiti più cespugli all’inizio dell’avventura, sono rimasti due più cespugli in questa fase finale, anche se le due componenti hanno tratto idee e persone anche dallo schieramento prima estraneo per il grande rimescolamento che c’è stato nel mondo ex comunista.
Gli scenari sono semplici e tutti dicono che il momento della verità, tante volte sfiorato nel Pd, questa volta dovrebbe esserci davvero.
SUL TAVOLO O LA SCISSIONE O LA SPARIZIONE. L’ipotesi più tragica per la sinistra sarebbe quella della sconfitta in Direzione e nell’aula del Senato dopo la perdita di forze a favore dell’avversario.
Il declino dei bersaniani si rivelerebbe incontenibile, la frustrazione dilagherebbe. Ai sopravvissuti non resterebbe altra alternativa che andarsene, ovvero acconciarsi.
L’ipotesi opposta aprirebbe lo scenario della crisi di governo e anche della scissione. Questo scenario potrebbe concludersi con un Renzi bis, certo non più malleabile del Renzi attuale, con la minaccia di voto anticipato, con resa dei conti nella formazione delle liste e con un dopo-voto di alleanza fra il premier e la destra berluconiana, se priva di Salvini.
La terza via non c’è. Non c’è mai stata. Non si può questa volta un po’ vincere e un po’ perdere.
Questo rende difficile il compromesso e spinge la sinistra Pd a tante esitazioni. Persino se fosse approvato nell’articolo due della legge la modifica dell'elezione dei senatori, i ribelli dem non potrebbero cantare vittoria. Per due motivi: primo perché hanno dato l’idea al “popolo” di volere il crollo di Renzi e non il suo addomesticamento; secondo perché, con una scelta che non ha tradizione nella sinistra storica, si sono abbracciato al Senato difendendolo come simbolo di democrazia.
LA VITTORIA DI TSIPRAS È LA SCONFITTA DEI RADICALISMI. Come è accaduto con il giustizialismo, accade ora con la difesa del Senato: la sinistra Pd non ha una propria autonomia dal mondo radical che ruota attorno a Repubblica e al Fatto. Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensa il mio amico Massimo D’Alema.
Persino la vicenda greca porta loro jella.
La vittoria di Tsipras era sembrata la possibilità di una alternativa a Renzi, oggi il trionfo del premier greco è la sconfitta di tutti i radicalismi dopo il disastro dei vari Varoufakis (poveri Fassina e Civati!).
La verità è che non c’è pace a sinistra quando non vi sono idee innovatrici.
È un vero peccato che i ribelli dem, che avrebbero potuto scegliere la strada della lotta contro le diseguaglianze, si dimostrino invece preda delle fumisterie istituzionali di Gotor e del sindacalismo alla Camusso.

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