GrilloLeaks, nasce un sito che promette file scottanti sul M5s. Si parte con un audio di Grillo: "Abbiamo perso giovani e territorio"
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Aggiornamento delle 16.10: "Hanno pubblicato il mio numero di telefono ma non mi sta chiamando nessuno. O c'e' indifferenza totale o mi sto iniziando a preoccupare". Lo afferma Beppe Grillo in merito alla pubblicazione di alcune conversazioni registrate e pubblicate su Grillo Leaks. Il sito nel frattempo risulta irraggiungibile, probabilmente a seguito della denuncia alla Polizia Postale sporta dal gruppo parlamentare del M5s.
"Abbiamo perso i giovani e il territorio. Io ho esaurito le mie capacità di comunicazione per le piazze. La piazza non funziona più". È un Beppe Grillo senza filtri quello che discute con Tatiana Basilio, Marco Baldassarre, Federica Daga, Samuele Segoni e Massimo Artini la sera in cui venne consumato sul blog il sondaggio che certificò l'espulsione di quest'ultimo.
Un file audio, lunghissimo, più di un'ora di concitate discussioni, con picchi di insulti ("Fanculo Beppe") e lunghi momenti d'incomunicabilità. Diffuso da un sito online da oggi, il cui nome è tutto un programma: "Grillo leaks". Questa mattina ci arriva una mail da un indirizzo anonimo: "Ti scriviamo perché vogliamo combattere quella ipocrisia strisciante, che da Grillo e Casaleggio parte e scende fino al direttorio del MoVimento 5 Stelle e alle sue appendici".
"Il motto è sempre stato TRASPARENZA - continuano gli estensori - Con questo sito, e con le pubblicazioni che ci saranno nel futuro prossimo, vogliamo rendere trasparente e palese che ancora, purtroppo, l’onestà (soprattutto intellettuale) non è tornata di moda. La trasparenza è totale, anche per chi, come molti nella Casaleggio Associati vogliono rimanere nell’ombra, pur gestendo e comandando tutto".
Per ora solo una serie di foto di quelli che dovrebbero essere gli "obiettivi" di questa "operazione verità". Nelle schede ancora nulla, fatto salvo per tutti i numeri di telefono, Grillo e Casaleggio compresi. Oltre al file audio di cui sopra, l'esordio di una lunga serie di documenti "di cui siamo in possesso", spiegano gli autori, e che verranno pubblicati prossimamente.
C'è stato il tempo degli hacker del Pd, che violarono le caselle email di un certo numero di parlamentari diffondendone la corrispondenza privata, e promisero di farlo con altri a scadenza regolare. Partirono denunce, e i sedicenti maghi del computer che strizzavano l'occhio a via del Nazareno sparirono nel nulla. Questa volta quella che parte sembra più un'operazione di stampo giornalistico alla Snowden o alla Assange: documenti sensibili pubblicati senza filtro e con la massima garanzia di riservatezza alle fonti.
Non ricostruiremo qui la dinamica della discussione. Chi fosse interessato al contesto, quello dell'espulsione di Artini e di Paola Pinna, e alla relativa diatriba con Grillo, può consultare il relativo file. Quel che interessa sono una serie di passaggi della conversazione, che rivelano molto di un Grillo che, se pur debba sostenere le ragioni dell'operato di Milano e della Casaleggio Associati, parla senza filtri sull'idea che ha del Movimento.
Un'idea che, dopo due anni di Parlamento, è diversa da quella delle origini. "Ad agosto sono venuto a Roma, e ho avuto la percezione che stavate diventando politici in giacca e cravatta". Una metamorfosi che va unita, come detto sopra al fatto che "io ho esaurito le mie capacità di comunicazione per le piazze. La piazza non funziona più. Abbiamo perso giovani e territorio. Oggi ci percepiscono come politici, io esco di casa e mi urlano 'Tornatene a casa politico'".
Da qui nasce la necessità di mandare qualcuno in tv: "Ne abbiamo scelti dieci, gli abbiamo fatto una formazione, non è che la puoi fare a 150. Salvini è andato in tv per toglierci come soggetto politico dalla discussione, ma noi non ci siamo mossi dal 20%". Certo, poi ci sono casi e casi: "Vito Crimi va pochissimo in tv perché sa i suoi limiti della comunicazione. Per cui puntiamo su questi altri...".
I presenti si ribellano. Chiedono chi sono i riferimenti del leader in Parlamento, chi faccia parte dello staff della Casaleggio Associati, chi prenda le decisioni. Grillo si chiama fuori da qualsiasi ingerenza nel gruppo: "Io non parlo con nessuno. Avrò sentito Luigi Di Maio tre volte, e Alessandro Di Battista tre o quattro. Ma non parlo con questa gente, ma stiamo scherzando?". E circoscrive lo staff del Movimento: "C'è Davide (Casaleggio, n.d.r.), con le liste civiche, c'è Pietro (Dettori, n.d.r.), c'è Biagio e poi ci siamo io e Casaleggio".
Il leader non ci sta a passare come uno che guadagna con i proventi del blog. E per la prima volta snocciola alcuni numeri: "È un miracolo se quest'anno (eravamo a fine novembre del 2014) chiudiamo in pareggio. Il server costa 250mila euro. Abbiamo 20 milioni di contatti a settimana". Poi arriva il mea culpa sulle rendicontazioni: "Abbiamo toppato di brutto". Gli europarlamentari non lo devono fare, "e infatti in Europa stanno più tranquilli. Perché se vuoi farlo fai un accordo, fai un fondo per una borsa di studio... Sono cazzi loro personali, e noi non abbiamo messo nessuna regola". E spiega che sulla legge elettorale (gli incontri con Renzi in streaming, remember?) non c'è mai stata nessuna trattativa: "L'abbiamo usata per far conoscere alla gente che anche noi abbiamo una legge elettorale".
I suoi lo martellano sulla condivisione delle decisioni, sulla mancanza di meccanismi trasparenti. "Lo abbiamo deciso noi", ripete Grillo. "Noi chi? Noi chi? Noi chi?" ripetono ossessivamente i parlamentari. Alla fine cede: "La decisione sull'espulsione di De Franceschi (ex capogruppo in Emilia Romagna) l'ho presa io, sono io la faccia. L'espulsione di Artini l'abbiamo decisa io e Casaleggio, perché l'assemblea non voleva decidere".
Fine. Artini se ne va: "Ciao Beppe, spero di rivederci nel Movimento 5 stelle". La storia è andata diversamente.
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