domenica 3 maggio 2015

Questa è l'Italia non quella di Maroni che dopo i disastri combinati da ministro degli interni vuole dare consigli su cosa deve fare Alfano. Ma mi faccia il piacere Maroni e Salvini.

"Nessuno tocchi Milano", in 15mila per pulire la città dopo la guerriglia No Expo (FOTO, VIDEO)

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NESSUNO TOCCHI MILANO

Milano riavvolge il nastro. Torna indietro, cammina a ritroso sulle strade devastate dalla manifestazione in cui le tute nere hanno messo a ferro e fuoco la città, nel giorno dell’ inaugurazione di Expo. Prova a cancellare -letteralmente- ciò che resta della furia vandalica. Alle 16 in piazza Cadorna inizia #nessunotocchimilano, mobilitazione civica anti antagonisti. Un corteo che ripercorre al contrario il tragitto della May Day Parade in cui, chi vuole, potrà unirsi alle squadre della Amsa e dare una mano per ripulire la città.
Davanti alla stazione delle Ferrovie Nord ci sono già quasi 5000 persone, alla fine saranno 20.000. Donne, uomini, anziani, giovani e tantissimi bambini. Tutti sono lì per dare il proprio contributo e prendere l’occorrente per cancellare i segni delle tute nere. 
L’Amsa e l’associazione antigraffiti Retake Milan distribuiscono materiale ai volontari. Tute, guanti, spatola e mascherina. Tantissimi fanno la coda per averli. Qualcuno si è portato l’occorrente simbolico da casa: scope, detergenti e stracci vengono alzati al cielo al grido di “Viva Milano”. 
Quando il sindaco Giuliano Pisapia arriva in piazza, la folla lo accoglie con un boato. Ha il volto stanco, ma sorride. Jeans e maglione beje, sale su un palchetto improvvisato e inizia a parlare con un megafono, la gente continua ad applaudire, ad incitarlo, quasi non lo fa parlare. “Giuliano resta con noi, non ci lasciare”, grida un’elegante signora con in braccio un cagnolino. “Ripensaci, ricandidati”, le fa eco un ragazzo che ha già indossato la sua divisa da ripulitore. 
“Abbiamo avuto uno scatto d’orgoglio unitario-esordisce il primo cittadino- Grazie a tutti questa è la festa della Milano che unisce, che reagisce, che dice no a ogni sopruso e violenza. Nessuno deve rovinare la festa della nostra città, che in questi giorni è al centro del mondo”. Il pensiero poi va anche “ai cittadini che hanno subito danni” e alle Forze dell’Ordine. Sul secondo ringraziamento qualcuno borbotta. “Stamattina il presidente della Repubblica Sergio Mattarella –prosegue Pisapia- mi ha telefonato per dire a me, a voi cittadini, che è entusiasta della risposta che Milano ha dato. Siamo esempio per tutto il Paese”. Ancora applausi poi parte il corteo. In testa ci sono il sindaco e la sua giunta al gran completo, ma anche i parlamentari Emanuele Fiano, Lia Quartapelle, Barbara Pollastrini, il segretario del Pd milanese Pietro Bussolati e il presidente del Consiglio Regionale Raffaele Cattaneo (Ncd)
E poi, mischiati tra la folla, sfilano anche l’ormai ex direttore della sera Ferruccio De Bortoli, accompagnato dalla moglie, Roberto Vecchioni, Claudio Bisio e Nando Dalla Chiesa. A pochi metri dalla partenza, mentre qualcuno intona O mia bela Madunina, un uomo si affaccia a un balcone di via Carducci e grida: “É tardi per fare i cortei. Ci avete lasciati soli. Dove eravate mentre devastavano la città. Andate a casa”. 
Tutti i manifestanti lo fischiano. “Io Pisapia non l’ho nemmeno votato –commenta un elegante signore di mezza età – ma oggi bisogna essere qui per Milano. Senza polemiche e senza tifo politico. Dobbiamo ripartire insieme”. 
Man mano sempre più persone si aggiungono al corteo, la protesta pacifica cresce. Chi non la segue applaude ai lati delle strade. “Scusate dove si va per pulire”, chiedono due ragazze siciliane che rincorrono chi già sta marciando. Tutti vogliono dare una mano. Un ragazzo prova a cancellare con la spatola la scritta No Expo dalla vetrina di un concessionario Bmw in via De Amicis, dove la furia nera era cominciata. Il vetro però è ancora rotto, c’è il rischio che parta qualche scheggia. “Meglio di no. Qui devono fare gli esperti. Vado con tutti gli altri a riverniciare il muro”. Pochi metri avanti un gruppo ridipinge parte della facciata di un palazzo. I bambini aiutano dalle spalle dei papà, Pisapia esce dal serpentone per ringraziare e abbracciare i milanesi volonterosi. Alle finestre applaudono gli stessi cittadini che venerdì guardavano atterriti lo sfascio del loro quartiere. I negozi espongono cartelli con scritto “Chiuso per vandalismo. Scusate il disagio. Riapriamo lunedì”. 
In corso di Porta Ticinese si ricanta O mia bela madunina, poi è la volta di Fratelli d’Italia e Bella Ciao. Ai cori si uniscono anche i negozianti della zona, compresi quelli stranieri. All’arrivo in Darsena Pispapia risale sul palco, non ha più un megafono, ma un microfono. Altri applausi, altri “non lasciarci”. Poi ci sono i saluti di Claudio Bisio, Roberto Vecchioni e dei conduttori Filippo Solibello e Massimo Cirri. La marcia è finita, ma questa volta l’atmosfera è quella di una festa. Domani ci saranno ancora iniziative anti antagonisti: una targata Lega Nord in piazza Scala e una del centrodestra in via Carducci. Non tutti hanno gradito l’invito del sindaco “che coccola i centri sociali”, come ha detto Matteo Salvini. Con buona pace dell’unità cittadina. 

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