venerdì 8 maggio 2015

Nessuno dei politicanti precedenti ha mai difeso la repubblica antifascista come ha fatto Renzi nei confronti di Brunetta.

Italicum, Renzi: “Non si profanino vittime del fascismo” 

Matteo Renzi (FREDERICK FLORIN/AFP/Getty Images)
Matteo Renzi (FREDERICK FLORIN/AFP/Getty Images)
A distanza di qualche giorno, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha replicato alle parole del capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, che aveva paragonato il suo governo al fascismo, sottolineando nel corso del tour elettorale per le amministrative ad Aosta di domenica prossima: “Quando si arriva a scomodare il fascismo, significa profanare la memoria di chi è morto”. Renzi difende l’approvazione dell’Italicum: “Mi dicono ‘è stato rischioso mettere la fiducia’, ma la fiducia è l’atto più democratico che ci sia, è la dimostrazione che abbiamo idee più importanti delle poltrone”.
Quindi sulla riforma della scuola, rispetto alla quale proprio in queste ore sembrano annunciarsi alcuni cambiamenti in marca Pd, c’è la volontà di andare avanti, recuperare l’autorevolezza sociale degli insegnanti, “restituire alla scuola la funzione fondamentale di guida della comunità altrimenti non usciremo dalla crisi”. Renzi ammette: “Si può sbagliare, ma almeno ci provo, in un mondo in cui in tanti si mettono in tribuna a protestare, io ci provo, questo è fare politica”.
Di riforme Renzi ha parlato anche nel suo intervento alla conferenza internazionale “The State of the Union”, ospitata a Palazzo Vecchio, a Firenze: “Se avessimo fatto ciò che hanno fatto altri paesi quando lo hanno fatto non saremmo arrivati a questo punto”. Il riferimento è al Jobs Act, perché se la riforma del lavoro fosse stata fatta nel 2004 “quando l’ha fatta la Germania e non dieci anni dopo oggi avremmo una situazione occupazionale diversa”. Identico discorso, secondo il premier, vale per le riforme istituzionali e la legge elettorale: “l’avessimo fatte all’epoca, oggi il paese sarebbe diverso e più forte”. Renzi ha quindi sintetizzato: “L’Italia non è più il malato d’Europa, e deve tornare a fare quello che ha sempre fatto: animare con la cultura, la fantasia”.

Nessun commento:

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...