mercoledì 19 luglio 2017

CRONACA ITALIA

Franco Gabrielli, il capo della Polizia: “G8 Genova, ci fu tortura. Al posto di De Gennaro mi sarei dimesso”

Franco Gabrielli, il capo della Polizia: "G8 Genova, ci fu tortura. Al posto di De Gennaro mi sarei dimesso"
Franco Gabrielli, il capo della Polizia: “G8 Genova, ci fu tortura. Al posto di De Gennaro mi sarei dimesso”
ROMA – Franco Gabrielli, il capo della Polizia: “G8 Genova, ci fu tortura. Al posto di De Gennaro mi sarei dimesso”. “La nottata non è mai passata. A Genova morì un ragazzo. Ed era la prima volta dopo gli anni della notte della Repubblica che si tornava ad essere uccisi in piazza. A Genova, un’infinità di persone, incolpevoli, subirono violenze fisiche e psicologiche che hanno segnato le loro vite. E se tutto questo, ancora oggi, è motivo di dolore, rancore, diffidenza, beh, allora vuol dire che, in questi sedici anni, la riflessione non è stata sufficiente. Né è stato sufficiente chiedere scusa a posteriori. Dopo dieci anni e dopo le sentenze di condanna definitive per la Diaz e Bolzaneto”.
Parla così il capo della Polizia, Franco Gabrielli, in una lunga intervista in apertura di prima pagina di Repubblica, e aggiunge anche: “Se fossi stato Gianni De Gennaro mi sarei assunto le mie responsabilità senza se e senza ma. Mi sarei dimesso. Per il bene della Polizia”. Gabrielli ricorda anche il caso di Bolzaneto. “Dove, lo dico chiaro, ci fu tortura”. Ma se “fu una catastrofe”, aggiunge che “non ci sarà mai più una nuova Genova: questo tempo non è passato invano, la nostra istituzione è sana, non deve temere leggi e controlli”.
Genova “fu semplicemente una catastrofe – argomenta con Repubblica il capo della Polizia – per una somma di fattori. Innanzitutto per la scelta sciagurata da parte del vertice del Dipartimento di pubblica sicurezza di esautorare la struttura locale, la Questura di Genova, dalla gestione dell’ordine pubblico. Quindi, per la scelta infelice della città, che per struttura urbanistica rendeva tutto più complicato. E, da ultimo, perché si scommise sulla capacità dei ‘Disobbedienti’ di Casarini e Agnoletto di poter in qualche modo governare e garantire per l’intera piazza. Capacità che dimostrarono purtroppo di non avere. Insomma, la dico in una battuta. A Genova saltò tutto. E saltò tutto da subito. Fino alla scelta esiziale dell’irruzione nella Diaz”.

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