La moneta confusionaria della giunta Raggi
Più che un progetto per risollevare una città sempre più disperata e abbandonata, la proposta mette in evidenza la cialtroneria al potere nella Capitale a guida pentastellata
Una moneta parallela a Roma? Più che un progetto per risollevare una città sempre più disperata e abbandonata, la proposta mette in evidenza la cialtroneria al potere nella Capitale a guida pentastellata.
Intanto grande è la confusione nella mente dell’assessore al bilancio di Roma che ha parlato di moneta complementare (che non si sostituisce all’euro), aggiungendo poi che sarebbe una moneta alternativa (ma non era complementare?) e infine affermando la nascita di un circuito parallelo (quindi né complementare, né alternativa): insomma potremmo chiamarla moneta confusionaria.
Così l’economista di riferimento, Nino Galloni, al Corsera di Roma fa una bella marmellata tra moneta complementare, banca del tempo, baratto amministrativo… Galloni poi, con una bella dose di faccia tosta, ne fa una sorta di soluzione ai ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione, come se la cosa potesse risolversi da sé anche in assenza di un circuito ben rodato ed esteso anche per quantità di servizi e beni offerti.
Alcuni giornali hanno anche parlato di ipotesi relative a crediti fiscali che sono soltanto l’emissione di debito pubblico sono mentite spoglie. L’emissione di titoli di pagamento – chiamateli moneta, buoni pasto o sesterzi – non può essere un sostituto della disciplina contabile: se l’Amministrazione non è capace di tenere i conti in ordine, non sarà certo ridenominando parte dei pagamenti che le somme torneranno. Anzi: quello in atto sembra più un tentativo di nascondere la polvere sotto il tappeto, che di risolvere concretamente un problema drammatico.
A dispetto della faciloneria a cinque stelle, i circuiti di moneta complementare – Sardex il più noto – sono una cosa seria e sparate di questo tipo non fanno che danneggiarne l’immagine. Funzionano sulla base di adesione volontaria e con regole ben precise, soprattutto si tengono in equilibrio grazie al ruolo dei gestori.
Proprio per evitare truffe che potessero mettere in cattiva luce le buone esperienze ho presentato qualche tempo fa una proposta legislativa per delegare il governo a disciplinare la materia consentendo l’utilizzo delle monete complementari con piena garanzia degli interessi dei cittadini e degli utilizzatori.
È il mercato poi che deve alimentare con le adesioni il circuito, affermandone il successo, e dove un eventuale fallimento di un partecipante sarebbe mutualizzato tra gli altri, ma non può certo essere una pubblica amministrazione, ancorché la Capitale, a diventare una sorta di banca centrale affidata ad apprendisti stregoni dell’economia e della finanza.
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