venerdì 16 giugno 2017

La storia di un cambio di idea piuttosto veloce e che risale al 2013. Già all'epoca era tutto chiaro: «La mia posizione è questa, e non perché la scrive Beppe»
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O tempora, o mores. C’è stato un tempo, oh un tempo lontano, in cui Alessandro Di Battista era favorevole allo ius soli. Non durò molto: il tempo di una conversazione con un giornalista dell’agenzia di stampa AGI riportata all’epoca da molti giornali. Alla domanda se fosse giusto che un figlio di tunisini nato e cresciuto in Italia non sia cittadino italiano, Di Battista rispondeva: “Non è giusto. Io sono per lo ius soli. È più italiano il figlio di immigrati nato e cresciuto in Italia piuttosto che un argentino, nipote di italiani, che l’Italia non l’ha mai vista. È una questione di diritti fondamentali tra cui il diritto alla cittadinanza”. Di Battista conveniva che lo ius soli andasse regolamentato e che non potesse essere considerato cittadino italiano il figlio di una donna straniera che viene in Italia a partorire e poi se ne va. “Io penso – proseguiva Alessandro Di Battista – che serva un certo numero di anni di permanenza in Italia”. Ma la dissidenza di Di Battista durò lo spazio di un mattino. Di Battista ritrattò subito dopo dicendosi immediatamente d’accordo con Grillo:
alessandro di battista ius soli 1
Non solo: sul blog di Beppe lo stesso Di Battista sostenne che c’era nettamente gombloddo, anche se l’arbitro cornuto non l’ha fischiato: «La persona che ha raccolto le mie dichiarazioni, non si è qualificata come giornalista, tanto che l’ho scambiato per un deputato del Pd. La persona in questione non mostrava, infatti, il cartellino identificativo per i giornalisti e per questa ragione ho denunciato l’accaduto al servizio sicurezza della Camera dei deputati. E’ l’ennesima trappola dei media, una delle tante imboscate che ci tendono per fare apparire spaccature inesistenti all’interno del MoVimento. Solo al termine dello scambio di battute, il giornalista si è qualificato come tale, prima di andare via. Si chiede, pertanto, a tutti i cronisti di attenersi alle regole etiche e deontologiche della professione». Per soprannumero, e per non far pensare nemmeno a chi non sapesse leggere che lui potesse non essere d’accordo con Beppe, Di Battista fece anche un video:

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