La supercazzola di Beppe Grillo contro lo ius soli
Oggi Beppe Grillo ha pubblicato sul suo blog un post in cui, tra l’altro, spiega le sue ragioni contro lo ius soli. Ovviamente stiamo scherzando.
Sullo ius soli il MoVimento 5 Stelle si è astenuto alla Camera e come annunciato altrettanto farà, con coerenza, al Senato. Trattasi non di legge, ma di pastrocchio invotabile. E’ vergognoso tenere il Parlamento in stallo per discutere di provvedimenti senza capo né coda, mentre non si fa nulla per dare una mano alle famiglie italiane che si trovano in grande difficoltà economica: secondo l’Istat sono l’11,9% del totale, ovvero 7 milioni e 209mila persone che nel 2016 si sono trovate nelle condizioni di “grave deprivazione materiale”. Il MoVimento 5 Stelle non si fa le pippe pensando alle alleanze, alle cadreghe, alle lobby o alle cooperative. Pensiamo ai problemi delle persone, se chi governa facesse altrettanto oggi non saremmo qui.
In realtà Beppe Grillo prima scrive che la legge non è una legge ma un “pastrocchio invotabile”, senza però spiegare perché. Poi dice che bisognerebbe invece pensare ai poveri – lo stesso argomento dell’intervista di Libero a Di Maio – perché evidentemente dalle sue parti è inconcepibile riuscire a fare due cose insieme. Dice che nessuno fa nulla per le persone in stato di grave deprivazione materiale quando il governo ha varato il reddito di inserimento – che NON basta, non copre tutte le fasce di popolazione e sostituisce il SIA – con l’opposizione del M5S e che a Roma è partito con qualche ritardo a causa della giunta Raggi ma in ogni caso questo nulla c’entra con il cosiddetto ius soli. Il problema, semmai, è che quello che viene presentato come ius soli in realtà non è uno ius soli ma una declinazione all’italiana dello ius culturae – così come quello che viene chiamato dai 5 Stelle reddito di cittadinanza in realtà è un reddito minimo garantito – ma questi sono dettagli. Roberto Fico in questo video invece ha sostenuto un’altra argomentazione:
“Un bambino è giusto che dove nasce abbia quella cittadinanza, ma va fatta una cosa seria, ordinata e fatta con il resto dell’Unione Europea. Per me non c’è destra e non c’è sinistra nel M5S, ma c’è solo di guardare i provvedimenti e capire se siano buoni o no. Non è il principio della legge che non ci piace, siamo stati su tutti diritti, ma in questa legge non c’è niente dello ius soli”.
Ora, fa ovviamente sorridere che i 5 Stelle, che ogni tanto usano la parola d’ordine “sovranità”, dicano che per fare una legge ci vuole l’accordo con il resto dell’Unione Europea. In ogni caso nel resto dell’Unione Europea ci sono varie declinazioni di ius soli:
Ma soprattutto, questa cosa dell’Unione Europea sembra invece un modo per procrastinare un problema e non affrontarlo adesso. Tre giorni fa il M5S ha pubblicato un post per spiegare la sua astensione – che al Senato vale come voto negativo – sullo ius soli: in realtà per gran parte del post si parla di tutt’altro, partendo dalla Banca Centrale Europea, continuando con il terrorismo e arrivando ai barconi. Infine si scrive questo:
C’è una sostanziale ipocrisia, perchè la cittadinanza per chi è nato in Italia da genitori stranieri e risiede ininterrottamente fino a 18 anni è già un fatto acquisito ed al compimento del diciottesimo anno di età può decidere di diventare cittadino italiano, così come la cittadinanza acquisita dai genitori si trasferisce automaticamente ai figli minorenni che, in Italia, sono sempre tutelati che siano essi italiani o stranieri
Il che è vero ma manca tutta una parte del ragionamento. Nella legge si prevede che chi è nato in Italia possa diventarlo prima a talune condizioni, e quindi non si tratta dello Ius Soli americano.
I figli di migranti nati in Italia potranno diventare cittadini della Repubblica in base ad alcuni criteri (ruolo particolare hanno gli anni di residenza dei genitori). Si introduce, accanto allo ius sanguinis (è italiano il figlio di un cittadino italiano) anche una via riconducibile allo ius culturae: le novità riguardano chi arriva nel nostro paese prima dei 12 anni di età e studia in scuole italiane.[…] Un altro caso riguarda la concessione del diritto di cittadinanza, che avviene con decreto del presidente della Repubblica: può chiederla chi arriva in Italia prima dei 18 anni ed è residente in Italia da almeno sei anni, dopo aver frequentato regolarmente un ciclo scolastico e aver ottenuto il titolo finale. Si tratti di ius soli o di cittadinanza legata ai banchi di scuola, serve il nulla osta del ministero dell’Interno, che ha sei mesi per verificare che non esistano controindicazioni per motivi di sicurezza.
Per far diventare cittadino italiano un minore è necessario che il padre abbia il diritto di soggiorno permanente, se si tratta di cittadini UE, o quello di lungo periodo per gli extra-Ue. Il genitore deve aver soggiornato per almeno cinque anni in Italia se cittadino UE. Se extracomunitario, deve anche dimostrare di avere un reddito, un alloggio idoneo e di conoscere la lingua. Solo se vengono soddisfatte tutte queste condizioni è possibile chiedere la cittadinanza. Insomma, come vedete di differenze ce ne sono. D’altro canto il M5S non ha in alcun modo dichiarato se questo ius soli all’italiana è troppo timido e andrebbe ampliato o è troppo aperto e andrebbe ristretto. L’unica cosa che si capisce da quello che scrivono Grillo e il M5S è che a loro non piace lo ius soli perché no.
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