sabato 18 marzo 2017

Vogliono fare il referendum i leghisti di Salvini. Per dare le nostre tasse a gente come Gibelli. 288 mila euro all'anno. E chi è Steve Jobs?

Fnm, Gibelli fa il pieno di cariche 
E somma tre stipendi da due società

Presidente e dg, al leghista un compenso totale di 288 mila euro. Affondo del M5S

Andrea Gibelli (Fotogramma)Andrea Gibelli (Fotogramma)
shad
Tre cariche e due mezzi stipendi in più. Il leghista Andrea Gibelli è stato nominato presidente di Fnm nel maggio scorso dopo l’inchiesta per peculato che ha colpito l’ex numero uno Norberto Achille. Da quel giorno il manager ha però assunto altri due incarichi nella holding che gestisce i trasporti regionali. Il nuovo cda ha convinto il vecchio dg Luigi Legnani a farsi da parte. «L’incentivo all’esodo», così lo definisce la circolare interna, è costato all’azienda 390 mila euro (ai quali vanno ovviamente aggiunti i soldi versati dall’Inps per il normale Tfr). Il ruolo di direttore generale è passato dal primo settembre nelle mani dello stesso Gibelli. «Non voglio essere un presidente che taglia solo nastri - spiega lui -. Assumere la carica di dg è una scelta di maggiore responsabilità che serve anche a snellire le cariche dirigenziali». 

Totale: 288 mila euro
Lo stipendio «normale» da presidente (168.750 euro) ha raggiunto, con l’integrazione di parte di quello di dg (la legge impone che possa essere cumulato solo il 33 per cento di quello totale), la somma di 225 mila euro. A cui va infine aggiunto il compenso per la terza carica nel frattempo guadagnata da Gibelli: presidente di FerrovieNord, una delle societa operative di Fnm. Il totale dice allora 288 mila euro. «Era innaturale che l’esercizio della controllata fosse sganciato da quello della holding», racconta Gibelli. Che non nasconde e anzi rivendica l’opera di centralizzazione delle competenze interne. I super-dirigenti, spiega, passeranno da sette a a tre. «E l’azienda ci risparmierà». Quanto? «L’ordine è del dieci per cento all’anno». Domani, per dire, «salterà» un alto super dirigente: Massimo Stoppini, uno del vecchio management ai tempi di Achille, ha già pronte le valigie. Troppe zone d’ombra, in passato. Il centralismo aziendale servirà a «rendere più efficace l’azione di indirizzo e più efficenti i controlli», spiega ancora il presidente e neodirettore generale. 

«Bancomat di ex politici»
Critico invece Stefano Buffagni, consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle: «Fnm è una società strategica per la Lombardia, non la si può utilizzare come il bancomat di ex politici. Avevamo chiesto al presidente di far pulizia con il passato e valorizzare il personale che ha difeso la società combattendo la malagestione: al momento però la priorità di Gibelli è stata quella di accumulare incarichi per sommare emolumenti. Come farà a fare il presidente di due società e contestualmente il dg?». «Mi aspetto - conclude l’esponente grillino - che ripensi a questa scelta sin dal prossimo cda avviando anche il ricambio dirigenziale: non possiamo tenere in società chi ha avallato la gestione Achille». 

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