Il Fatto denuncia chi lo critica: tanti saluti alla libertà di opinione
Intanto Consip si è sgonfiato, resta solo un po’ di fango
La prima pagina del Fatto di oggi è assai utile per riflettere sull’idea di informazione (e di libertà di informazione) che circola da quelle parti.
Il caso Consip, frutto dello sforzo congiunto di Henry John Woodcock e di Marco Travaglio, si è rapidamente sgonfiato dopo il passaggio dell’inchiesta da Napoli a Roma, come del resto ampiamente prevedibile e previsto: è rimasto soltanto un po’ di fango, come al solito, e ad occuparsene è rimasto soltanto il Fatto (o forse anche la Verità, che è poi la stessa cosa).
Così, in assenza di notizie e di argomentazioni, il Direttore di Bronzo apre il suo giornalino dando addosso a Luca Lotti: “Nessuno li può giudicare” è il titolo canterino a tutta pagina, irrobustito da un occhiello ipergarantista: “Renzusconi. Al Lingotto processione di Dem per omaggiare l’indagato Lotti”. Molto divertente.
Travaglio sa benissimo che c’è una sola persona al mondo autorizzata a “giudicare” Lotti o chiunque altro: un giudice, appunto. Non lui, non i suoi volenterosi arrampicatori sugli specchi, e nemmeno i pubblici ministeri: qui da noi in Occidente le sentenze le emettono i giudici.
Ci rendiamo conto che, per Travaglio, questa banale constatazione suona come una bestemmia, ma purtroppo per lui – e fortunatamente per la civiltà occidentale – è così che funziona.
Sempre in prima pagina, il secondo titolo più importante è dedicato alla “trappola censura” che starebbe scattando su Facebook, dove “il confine tra controllo legittimo e violazione della libertà di parola è diventato molto labile”.
Battaglia sacrosanta, quella per la libertà di informazione: peccato che nella pagine interne tutto si riduca alla piagnucolosa difesa di una vignetta di Natangelo che prende in giro pesantemente le vittime della valanga di Rigopiano nel tentativo – davvero originale! – di dare addosso a Matteo Renzi anche in questa circostanza.
Niente di male, per carità: la satira è al di sopra di tutto e il Fattone è convintamente al fianco del Fatto nella difesa di Natangelo. Ma anche le opinioni altrui dovrebbero essere rispettate, altrimenti può sorgere il dubbio che la libertà invocata da Travaglio sia soltanto a senso unico.
L’altra sera alla Gabbia ho avuto un vivace scambio di opinioni con Marco Lillo: alle mie argomentazioni sull’inconsistenza del caso Consip il cronista del Fatto non ha risposto nel merito, ma mi ha accusato in buona sostanza di essere al servizio di Renzi; io ho replicato che il Fatto è al servizio del M5s. Uno pari e palla al centro? Macché: il giornale di Travaglio ha annunciato una denuncia nei miei confronti.
Insomma: loro possono dire e scrivere quel che vogliono, gli altri – chiunque altro osi dissentire – vanno denunciati all’autorità giudiziaria. Davvero un bel modo di concepire la libertà di informazione.
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