Nel Movimento 5 stelle Genova si vogliono bene. Volano stracci virtuali tra Luca Pirondini e Marika Cassimatis
Oggi si sceglie il candidato sindaco per le prossime comunali. Una parte della base critica il "Metodo Genova"
Dentro il Movimento 5 stelle di Genova si vogliono molto bene. Oggi, alle 19, si chiuderà la votazione finale sulle comunarie con la scelta del candidato sindaco. E su Facebook sono volati stracci tra i due sfidanti: Luca Pirondini e Marika Cassimatis.
«Oggi siamo chiamati a fare una scelta netta, di campo. Stare con chi crede fortemente, da sempre, nel M5S o con chi fino a qualche giorno fa faceva comunella con i ‘voltagabbana’ che hanno usato il movimento per darsi visibilità e poi creare altre liste», ha scritto oggi Pirondini su facebook. I ‘voltagabbana’ sarebbero i cento iscritti al M5S genovese fuoriusciti nelle settimane scorse in polemica con il ‘Metodo Genova’ per scegliere il candidato sindaco. Una parte della base rappresentata invece dalla Cassimatis. «Non è mio uso fare battaglie politiche calunniando gli avversari – ha replicato la sfidante sulla sua pagina del social network – preferisco essere valutata per quello che ho fatto di concreto e per quello che sono ora. Ed è questo il criterio che suggerisco di utilizzare. Perché il Movimento si merita un dibattito politico alto».
Cosa è il “metodo Genova”?
Qualche giorno fa in una lettera pubblica in rete alcuni attivisti hanno apertamente criticato il metodo ligure sulla scelta del sindaco. Una dura lettera dove si attacca la consigliera in regione Alice Salvatore.
Avete sostenuto e tutelato al di là di ogni ragionevole logica una portavoce regionale che è sacerdotessa della propaganda più superficiale e mietitrice di brutte figure in quantità, preferendola a chi, con toni meno roboanti, portava avanti contenuti e proposte; avete assecondato questa tendenza che fa prevalere l’apparire sull’essere, attraverso la creazione di idoli televisivi, testimonial funzionali alla vendita del brand M5S a prescindere dai contenutiCaparbiamente oltre 100 attivisti genovesi hanno portato avanti un progetto che dava alla città trasparenza, centralità e partecipazione garantite da un percorso lungo più di un anno che ci avrebbe condotti ad un programma. Prima ad un programma e poi a dei candidati come il Movimento ha sempre professato di voler fare. Ma questa democrazia dal basso non rientrava più nei vostri obbiettivi. Avete creato un metodo folle e avete avuto anche il coraggio di associarlo al nome della nostra amata città; alla democrazia condivisa avete opposto un metodo che crea un listino bloccato intorno alla figura del candidato sindaco o meglio di un candidato solo; questo archivia di fatto il concetto stesso secondo cui le idee sono importanti e non le persone; voi avete annichilito attivisti e plasmato tifosi, che approverebbero qualsiasi cosa compaia sul Blog e sia firmata da Beppe Grillo.
In base al Metodo Genova accedono alla votazione online su Rousseau solo i candidati che hanno ottenuto 27 o più preferenze da parte dei candidati consiglieri comunali e candidati presidente di Municipio. I restanti militanti stanno fuori. Ci sono diversi attivisti pronti a strappare. Attivisti che hanno già scritto a Beppe Grillo e allo Staff chiedendo di rivedere il regolamento. Come spiegò Repubblica qualche giorno fa:
Faranno il passo fuori appena dopo le “comunarie”, ovvero al termine delle procedure per l’indicazione del candidato sindaco grillino per Palazzo Tursi. Il M5S sta per perdere il suo esercito silenzioso di attivisti sui territori, quelli che hanno costruito le vertebre del Movimento nei quartieri, nei Municipi. E il cielo delle elezioni comunali a Genova, per il M5S si fa scuro: non soltanto il gruppo di fuoriusciti sta per diventare sempre più numeroso, nel solco del primo a strappare, l’ex capogruppo in consiglio comunale, Paolo Putti, ma comincia ad organizzare le truppe. E gli attivisti sulla soglia sono certi: «Dopo questa risposta, ennesima chiusura ad ogni tentativo di riportare la partecipazione all’interno del M5S, siamo pronti a sostenere qualsiasi lista civica che possa frenarlo». Insomma se Paolo Putti, come continua a ribadire, non si ripresenterà alle comunali, tutto il suo sempre più ampio gruppo potrebbe diventare il più pericoloso nemico sulla strada sempre più in salita per Palazzo Tursi.
Secondo le critiche sono i candidati consiglieri comunali a “scegliere” il proprio candidato sindaco. Un metodo che rischierebbe di «creare legami di convenienza invece che di trasparenza, tra i candidati sindaci e i candidati consiglieri». La corsa vedrebbe così favorito – secondo i ribelli – Luca Pirondini, pasdaran e professore d’orchestra.
(in copertina Pirondini, foto ANSA)
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