Non si potrà perdonare la barbarie di Travaglio
Oggi sul Fatto una sistematica manipolazione delle notizie
“Tutto è perdonato”, titola il Fatto di oggi a caratteri cubitali. “Respinta la sfiducia M5S al ministro renziano indagato – spiegano occhiello e sommario –. In aula l’abbraccio Pd-Forza Italia: la Casta si autoassolve”.
No, caro Marco Travaglio, non tutto è perdonato.
Non è perdonato il titolo di oggi, che diffama il Parlamento liberamente eletto dai cittadini – non dai blog senza responsabile o dai giornali irresponsabili – e mente spudoratamente ai propri lettori, perché non c’è stato nessun “abbraccio Pd-Forza Italia” visto che la mozione di sfiducia è stata respinta con 161 voti contrari (la maggioranza assoluta degli aventi diritto), rendendo così del tutto inunfluenti i senatori berlusconiani (oltreché quelli bersaniani).
Non è perdonato l’editoriale di oggi, che stravolge il dibattito avvenuto ieri rovesciandone maramaldescamente il significato: nessuno ha detto, caro Travaglio, che “la politica è una cosa sporca” e non è affatto vero che “tutti sono contro i Pm e la stampa libera”.
E’ stato invece detto che la buona politica rispetta le leggi, la buona magistratura lavora rapidamente e in silenzio, la buona stampa non diffama e non insulta – tre concetti tanto sacrosanti quanto sconosciuti al Direttore di Bronzo.
Non è perdonata l’ennesima violazione del secreto istruttorio con l’ennesima pubblicazione dell’ennesima intercettazione del Noe di Woodcock (già estromesso dall’inchiesta dalla Procura di Roma) raccattata da Marco Lillo non si sa in quale discarica per insinuare che Marroni e Vannoni – non Renzi né Lotti, che ovviamente non compaiono mai se non nell’occhiello dell’articolo – avrebbero speculato anche sul terremoto, mentre non è affatto vero.
Non è perdonato l’ennesimo travaso di bile di Daniela Ranieri, che si sforza invano di essere spiritosa ironizzando sull’“eloquio da studente di seconda media” di Lotti, sul suo “vuoto sentimentalismo da pubblicità progresso”, sulla “patinatura da spot Plasmon” e gli “spudorati calchi renziani” del suo intervento in Senato, salvo poi calare la maschera e tornare tricoteuse: Lotti è un “presunto innocente”, e chissenefrega di tre secoli di pensiero giuridico e della Costituzione-più- bella-del- mondo (“L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”, art. 27, comma 2: dunque è innocente e basta).
Non sono perdonati, caro Travaglio, il disprezzo della dignità umana, la distruzione sistematica dello stato di diritto, la trasformazione della giustizia in vendetta personale, l’insulto alla magistratura per bene, il disprezzo per la democrazia rappresentativa e le sue istituzioni, la sistematica manipolazione delle notizie, la falsificazione della realtà, l’inno alla galera senza prove, lo scempio della civiltà occidentale.
La barbarie, caro Travaglio, non cade in prescrizione
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