Caso Raggi, M5S studia come gestire l'impatto sul voto. Sostegno se rinviata a giudizio, via il simbolo se condannata
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Si studiano i sondaggi, si valutano le prossime mosse, cosa fare davanti a ogni scenario che potrebbe presentarsi dopo che lunedì Virginia Raggi siederà davanti al procuratore aggiunto Paolo Ielo e al pubblico ministero Francesco Dall'Olio che la accusano di aver favorito Renato Marra, fratello dell'ex capo del personale e suo braccio destro Raffaele, in carcere dal 16 dicembre 2016 con l'accusa di corruzione. Nelle stanze del Movimento 5 Stelle si ragiona soprattutto su come evitare che la vicenda Campidoglio influisca negativamente a livello nazionale. Il suggerimento che arriva ai parlamentari è un progressivo distacco dalle vicende giudiziarie capitoline per non lasciarsi travolgere.
Di certo, in caso di rinvio a giudizio il sindaco di Roma resterebbe al suo posto: “Abbiamo piena fiducia in lei. Lunedì chiarirà tutto”, è il leitmotiv di quel cerchio che segue ciò che Beppe Grillo ha scritto sul suo blog. Ovvero: “Non posso che esserle vicino in un momento che umanamente capisco essere molto difficile”. Dunque, la parola d’ordine al momento è sminuire.
I tempi elettorali però in questa vicenda sono tutto. Se è vero che l’accusa chiederà di andare subito a processo con la richiesta di giudizio immediato poiché dalle chat emergerebbe già la responsabilità del sindaco, per i 5Stelle si apre un problema di non poco conto. Il processo potrebbe arrivare a ridosso del voto nazionale, che tra l’altro proprio i grillini chiedono il prima possibile, non più tardi di giugno. In questo modo, tutto ciò potrebbe rivelarsi un boomerang per il Movimento che in piena campagna elettorale si ritroverebbe a gestire il processo del sindaco di Roma. Dunque, il voto subito potrebbe permettere di superare lo scoglio Raggi, ma questo stesso scoglio potrebbe piombare addosso ai grillini.
La speranza in casa M5S è che, se si andrà subito al processo, le elezioni nazionali coincidano con un’assoluzione o con un rinvio a giudizio. E in caso invece di condanna in primo grado? “Che dobbiamo fare? Le togliamo il simbolo. Abbiamo visto che le vicende giudiziarie non stanno spostando i nostri voti, non stiamo perdendo punti”, dice in Transatlantico a Montecitorio una fonte ben informata, che insieme ai vertici del Movimento sta ragionando su cosa fare. “Comunque – ci tiene a precisare – sarà tutto una bolla di sapone. Ogni volta indagano, indagano e poi non succede nulla”. Ecco la voglia di sminuire che ritorna. Ed ecco che la Raggi si fa forte del sostegno del leader: “Come vanno i rapporti con Grillo? Benissimo". Alla domanda se fosse vera la notizia della rabbia del leader del Movimento, il sindaco ha risposto: “Leggete il blog”. Fino a carta contraria, per adesso la linea è la difesa, ma se diventa concreto il rischio di condanna lo scenario può cambiare.
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