lunedì 23 gennaio 2017

Insulti razzisti alla barista romena, tra gli indagati anche la deputata M5S Castelli

M5S
La parlamentare del M5S Laura Castelli,durante la conferenza stampa per illustrare la "FinanziAriabuona" proposta dal movimento politico, a Montecitorio,Roma, 11 novembre 2014.     ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI
La barista 31 enne fu attaccata duramente nei commenti al post della deputata grillina dove si facevano allusioni del tutto infondate
 
Laura Castelli, deputata del Movimento 5 stelle, è indagata insieme ad altre 39 persone, per gli insulti razzisti rivolti su Facebook ad una giovane barista romena.
All’origine dell’attacco online un post dove la parlamentare grillina faceva insinuazioni sulla natura del rapporto tra la barista e candidata Pd, Lorena Roscaneanu, e l’allora candidato sindaco Piero Fassino. La parlamentare, osservando che la Roscaneanu lavorava come cassiera nel bar interno del Palazzo di giustizia, il cui appalto era stato affidato “a una azienda fallita tre volte” con un “ribasso sospetto”, si chiedeva “quali legami ci fossero”.
Il post, ora rimosso, fu commentato varie volte da utenti che non risparmiarono ingiurie di stampo razzista e allusioni di carattere sessuale.  Nella foto apparsa su internet, inoltre, la Roscaneanu compariva accanto a Fassino da sola, ma dall’immagine era stata tagliata la parte in cui c’era un’altra candidata.
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“Mi ero candidata in una circoscrizione – racconta Roscaneanu – perché non c’erano altri rappresentanti della comunità romena, che pure è assai numerosa in città. Mio fratello maggiore, in Romania, è molto attivo in un partito di ispirazione socialista e democratica, e io con quelle idee ci sono cresciuta. Ma dopo quel post non ho nemmeno presentato i documenti per entrare in lista. Non ne potevo più. A parte gli insulti sul web, dove mi davano dell”amante di Fassino’ se non peggio, persino i frequentatori del tribunale mi additavano. Ed ero una semplice cassiera”. Lorena sottolinea che fu assunta a dicembre del 2015 e che si iscrisse al Pd solo il 31 marzo successivo.

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