Se Sparta (Roma) piange. Atene (Torino) non ride
Un’istantanea su Roma e Torino. Il nuovo che avanza del movimento Cinquestelle ha i volti di Virginia Raggi e Chiara Appendino. Ma non è tutto ora ciò che luccica
Roma e Torino. L’entusiasmo delle vittoria in rosa per i pentastellati è ormai archiviato da tempo. E il nuovo che avanza appare già parecchio sbiadito. I volti di Virginia Raggi e Chiara Appendino nell’ultima fotografia scattata dal sondaggio realizzato da Ipr Marketing per Il Sole 24 Ore sul gradimento dei politici locali da parte dei cittadini rappresentano due estremi. La prima cittadina di Torino, Chiara Appendino, vince la Governance Poll 2017, Quella di Roma, Virginia Raggi, sprofonda in penultima posizione, al 103esimo posto.
Per Virginia il percorso è stato a dir poco accidentato. Un caos degno della peggior politica, con lotte intestine che hanno immobilizzato il governo della città. Gli inciampi già nella corsa non erano mancati. Ad esempio, l’omissione nel curriculum vitae del praticantato svolto nello studio di Pieremilio Sammarco (il cui fratello Alessandro è stato legale di Silvio Berlusconi, di Cesare Previti e del fondatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri), così come alcune collaborazioni e consulenze in società vicine a uomini della destra romana: ad esempio la presidenza della HGL srl, di proprietà di Gloria Rojo, dirigente Ama ed ex segretaria di Franco Panzironi, ex Ad di Ama, braccio destro di Alemanno, arrestato il 2 dicembre 2014 per Mafia Capitale (poi condannato a 5 anni e 3 mesi e tuttora agli arresti). Inoltre già in campagna elettorale erano state poste le basi affinché il sindaco fosse semplicemente un colonnello di frontiera della Casaleggio Associati. Il contratto (penale compresa) è stato lo strumento con cui attivare il telecomando milanese che ha per esempio pigiato il tasto No per le Olimpiadi. E anche se i giudici hanno dato il via libera al contratto capestro il problema dell’autonomia politica rimane. E poi ci sono state le defezioni (e le frizioni interne) che si sono susseguite a ritmo incessante. Non solo, restano pericolosamente irrisolte ancora le vere emergenze della città: la gestione dei rifiuti e dei trasporti.
Ma non solo i problemi n0on sono stati risolti ma la giunta romana si è trovata nei pasticci con le inchieste giudiziarie: dal caso Muraro con relative dimissioni, all’arresto di Raffaele Marra, ex braccio destro della Raggi, fino ad arrivare alla possibilità che la stessa Virginia Raggi rischi di ricevere un avviso di garanzia e, dunque, di essere indagata.
Eppure possiamo dirlo: se Atene (Roma) piange, Sparta (Torino) non ride.
Ieri per esempio è andato in scena il processo dei comitati cittadini al “semestre nero” di Chiara Appendino. Come nel resto d’Italia, infatti, molti dei sostenitori della candidatura della sindaca M5S si sono accorti che i grillini hanno promesso tanto in campagna elettorale ma adesso non sono in grado di mantenere le promesse.
“Le delusioni si sommano- racconta Repubblica – : piazza Bengasi, lo Zoom al Parco Michelotti, l’intervento sull’area ex Westinghouse, tra supermercato e area congressi, il tunnel di corso Grosseto, il caso dell’extra dividendo di Smat sull’acqua pubblica e poi i comitato di sfratti. Pure da questi comitati erano arrivati molti voti ai Cinque Stelle e alla sindaca. ‘È evidente che i livelli di delusione sono diversi, ma ci sono e marcati’, dice il moderatore Manuel dell’associazione di via Ravello.
Appendino non brilla e accontenta solo con le iniziative di tipo simbolico come il sostegno alla dieta vegana ma anche gli incentivi ai lavoratori che utilizzano la biciclette e il taglio agli stipendi dei collaboratori. Però non segna alcuna discontinuità netta riguardo alle politiche messe in atto dalle giunte precedenti. Quello per cui in fondo era stata votata dagli attivisti M5S.
Nessun commento:
Posta un commento