sabato 3 settembre 2016

Noi ci teniamo la muffa del CNR o delle Università italiane mentre i più bravi si sono fatti strada all'estero.

Torna dall’Inghilterra ed è il più giovane professore ordinario d’Italia

Tipi tosti
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Intervista ad Alfredo De Massis: “Una volta che hai preso coscienza delle tue capacità, devi tornare e non risparmiarti perché il tuo merito venga riconosciuto”
 
“Torno e non certo per motivi economici. So che non sarà facile. All’estero lascio una carriera prestigiosa e un ottimo stipendio. La Brexit non c’entra. E’ che negli ultimi due anni ho seguito il mio Paese, credo di aver intravisto segnali di cambiamento e vorrei dare il mio contributo. All’Italia devo tanto”.
Alfredo De Massis allude alla possibilità di creare un centro di eccellenza anche in Italia, come quello che aveva istituito nel Regno Unito, dove era professore ordinario da tre anni.
Nato nel ’78 ad Atri, in provincia di Teramo, ma vissuto sino all’età di diciotto anni a Pescara, Alfredo è laureato in Ingegneria gestionale al Politecnico di Milano. E’ stato per sette mesi in Canada per un dottorato di ricerca e negli ultimi tre anni in UK. Insegnava imprenditorialità e family business alla Lancaster University Management School, una delle business school migliori al mondo, e dirigeva uno dei più grandi centri di ricerca in tema di studi sulle imprese familiari, con un team di dieci ricercatori, provenienti da: Honduras, Croazia, Scozia, Italia, Indonesia, Cina, Canada e Irlanda. Ha deciso di rientrare, dopo aver vinto un bando internazionale. Tra qualche settimana, infatti, comincerà ad insegnare alla Facoltà di Economia e Management presso la Libera Università di Bolzano. Terrà un corso sulla gestione delle imprese familiari alla Laurea triennale, uno avanzato sull’imprenditorialità familiare alla Laurea Magistrale in Imprenditorialità e Innovazione ed un altro sui metodi di ricerca scientifica qualitativa nel programma di Dottorato di Ricerca.
“Non torno per motivi economici – afferma – ma mi saranno riconosciuti un’indennità scientifica massima, la cattedra di professore ordinario a tempo indeterminato e la possibilità di selezionare ricercatori per creare un centro di eccellenza sul modello di quello che avevo sviluppato a Lancaster e che continuerò a guidare da Bolzano.  Il mio rientro non era programmato. E non conta l’esito del referendum di giugno scorso, che non mi aspettavo. Ho solo sentito la necessità di partecipare a quel processo di cambiamento che ho visto da lontano. All’estero apprezzano la nostra capacità di lavorare per obiettivi, la nostra creatività e la nostra curiosità. E, allora, mi sono detto: Perché non dare una mano per rendere più attrattivo il nostro Paese, iniziando dal mondo accademico, in cui, è vero, servono più autonomia e maggiori risorse, ma dove ci sono tanti talenti che hanno solo bisogno di essere guidati e motivati? L’esperienza all’estero va fatta, non lo nego, perché ti apre la mente. Ma una volta che hai preso coscienza delle tue capacità, devi tornare e non risparmiarti perché il tuo merito venga riconosciuto. E’ dura, lo so. Ma amo le sfide e farò di tutto perché nella Libera Università di Bolzano, che da qualche anno sta puntando sull’eccellenza, si lavori su inclusione e merito. Bolzano come Lancaster, internazionale e motivata”.
A novembre prossimo Alfredo sarà in Cina presso la Zhejiang University per tenere una conferenza ad un forum di imprenditori italiani e cinesi su tradizione e innovazione nelle imprese familiari e un ciclo di seminari sull’applicazione delle metodologie di ricerca qualitativa nel campo dell’imprenditorialità e del family business a ricercatori e professori cinesi.
Ma per Alfredo, il più giovane professore ordinario in Italia, non c’è solo l’Università. E’ nei board editoriali delle più importanti riviste scientifiche del campo dell’imprenditorialità (Entrepreneurship Theory & Practice, Strategic Entrepreneurship Journal, Family Business Review e Journal of Family Business Strategy), è il Past Chair del gruppo di interesse sulla ricerca relativo al family business in Europa per la European Academy of Management (EURAM), fa parte dell’Academic Advisory Board dell’Institute for Family Business (IFB) Research Foundation di Londra (una associazione di imprese familiari inglesi) e dell’Advisory Council di Harvard Business Review (USA).
E’ stato Presidente della Regione Europea e consigliere del Global Board dello STEP Project for Family Enterprising, un progetto di ricerca applicata sulla imprenditorialità familiare attraverso le generazioni, che coinvolge più di duecento ricercatori e alcuni imprenditori familiari nei cinque continenti. E’ uno dei fondatori del Center for Young & Family Enterprise, il centro sull’imprenditorialità giovanile e familiaredell’Università di Bergamo. E i risultati delle sue ricerche scientifiche sono spesso citati su testate nazionali e internazionali come (Financial Times, Harvard Business Review, Nasdaq, Family Capital, Tharawat magazine, Campden FB).
In futuro? “Mi interessa – risponde – capire quali sono le pratiche e le sfide manageriali che si presentano quando in una impresa familiare si devono conciliare tradizione e innovazione e come si possa avviare con successo il trasferimento di leadership quando la successione non è pianificata. Per questa idea sto effettuando una serie di interviste a imprenditori familiari in tutto il mondo. Servirà anche ai nostri imprenditori, loro sì tosti, perché, anche se costretti a lavorare con una burocrazia soffocante e grandi difficoltà di accesso al credito, hanno sempre un atteggiamento costruttivo. Quello che serve a questo Paese, per uscire dalla palude.  Io tosto? Forse solo fiducioso in una prossima ripresa”.

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