Cara Anpi, perché sto coi partigiani che votano Sì
Quella dell’Anpi è l’unica tessera che possiedo e certo non la strapperò per la scelta, inopportuna secondo me, di entrare ufficialmente nella campagna referendaria in favore del No. Ma neppure avrei condiviso il contrario
Sono iscritto all’Anpi praticamente da sempre. Mio padre è stato il Comandante della XXI Matteotti nelle Langhe. In casa non si parlava d’altro, a parte il lavoro. Non mi sono mai perso un XXV aprile da quando ero in fasce. Quella dell’Anpi è l’unica tessera che possiedo e certo non la strapperò per la scelta, inopportuna secondo me, di entrare ufficialmente nella campagna referendaria in favore del No. Ma neppure avrei condiviso il contrario.
Non la strapperò per il semplice motivo che credo nei valori dell’Anpi, i quali non appartengono solo al suo Presidente, bensì a tutti noi che ci crediamo, vuoi per essere figli, oppure nipoti, ma anche per chi è privo di parentele partigiane. Certi valori sono così potenti da essere più alti delle parentele o delle presidenze. Si tratta di valori così semplici e cristallini che per qualcuno può apparire banale ricordarli. Ma a me piace farlo, sta diventando difficile essere semplici. Parlo della Libertà e della Democrazia.
Di queste due “robe” si deve occupare l’Anpi. Cioè intervenire ogni volta che le vede attaccate. Per esempio sui pensieri e i fatti gravissimi che riguardano xenofobia e omofobia mi aspetto, ogni volta, posizioni forti da parte del l’Anpi. Per esempio contro le mistificazioni storiche che talvolta emergono per far dimenticare che era ed è chiaro dove stava la ragione e dove il torto. Ma anche (perché no?) su temi molto più attuali, come la dittatura di certe Company digitali che, avendo in esclusiva le chiavi del mondo online, ci sottopongono a restrizioni delle libertà individuali che al momento facciamo fatica a percepire. Per quanto riguarda invece posizioni, diciamo, di scelta politica mi aspetto che l’Anpi lasci libertà di coscienza ai suoi iscritti. Dunque si tratta di capire se la decisione del Presidente e del Comitato nazionale di prendere una posizione ufficiale sul referendum sia dovuta al fatto che, al di là dell’ufficialità, non la pensino come me, cioè ritengono che sia giusto entrare anche nelle scelte politiche, oppure perché vedono minate libertà e democrazia in caso della vittoria dei Sì. Nel primo caso trovo che sarebbe un brutto modo di uccidere l’An – pi. Se si mette a fare il Partito inutile che esista. Nel secondo, cioè l’Anpi giudica le riforme in questione pericolose per la democrazia, mi verrebbe da dire «Non ho parole». Cosa avrebbe dovuto fare l’Anpi quando fu varato il Porcellum? Nuovamente sui monti, come minimo. Allora occorreva tirare fuori la Libertà e la Democrazia che tanto ci stanno a cuore.
Trovo che questa riforma, la quale sostanzialmente elimina il doppio passaggio alle Camere sulle questioni che richiedono maggior velocità, sia molto utile. Concordo anche sulla trasformazione del Senato a favore delle rappresentanze dei territori, soprattutto alla luce del ritorno (fondamentale) al potere centrale di importanti questioni nazionali. Per quanto riguarda la legge elettorale (anche su questa l’Anpi ha preso posizione ufficiale avversa) qualcosa cambierei. Ma ogni volta che mi metto a discutere con altre persone noto che ciò che pare giusto a me è ingiusto per altri. Più ne parlo, più entro nei particolari e più mi rendo conto che una legge elettorale non può che essere frutto di un compromesso. Dunque mi accontento che raggiunga i 2 scopi principali: che metta in condizione chi vince di governare e, banale, avere finalmente una legge elettorale decente dopo la dovuta incostituzionalità del Porcellum. Temo che, se non passa questa legge, prima che ne decideranno un’altra ci vorranno anni. Ognuno, in particolare in Italia, tende a pensare che la propria visione sia l’unica giusta e fatica ad accettare compromessi. Lo stesso fronte del no, così vasto ed eterogeneo, ha le idee più svariate in merito.
Ma naturalmente trovo che chi la pensa diversamente faccia bene a votare No. E non per questo penso che chi lo farà sia un demolitore del bene italico. Semplicemente ritengo sia un errore che, se mai prevalesse il no, ci riporterebbe indietro di qualche anno rispetto al percorso di semplificazione intrapreso. Invece l’Anpi addirittura sostiene che il Sì alla riforma Boschi costituisca un attentato alla Costituzione, dunque alla democrazia. Ecco, desidero dirvi che non è vero. Semmai è il presidente con il Comitato nazionale che la pensa così. C’è un sacco di gente dell’Anpi, vecchi e giovani partigiani, che voteranno Si. E che pensano che l’organo direttivo abbia commesso un grave errore.
Non strapperò la tessera, non ci penso proprio. Anzi, mi darò da fare perché in futuro l’Anpi venga meglio rappresentata.
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