Il Messaggero: potrebbero arrivare le clamorose dimissioni degli esponenti del mini-direttorio, che dalla composizione originaria ha già perso Roberta Lombardi: a partire da Paola Taverna, la più infuriata con la sindaca per la gestione del pacchetto delle nomine,pronta a sbattere la porta e a «lasciare andare Virginia per la sua strada»
Salvatore Romeo e Raffaele Marra sono i due problemi di Virginia Raggi. Il direttorio romano del MoVimento 5 Stelle, che secondo le indicazioni della stessa sindaca avrebbe dovuto aiutare il M5S romano nella gestione della città, oggi incontrerà la prima cittadina per parlare di linea politica e di attuazione del programma. Ma anche, e soprattutto, di stipendi e nomine nello staff che non sono graditi alla base romana e che avrebbero dovuto, secondo promesse disattese, in un caso (quello di Marra) essere cancellate.
Virginia Raggi e le dimissioni minacciate dal direttorio romano
Per questo, scrive oggi il Messaggero, il direttorio chiederà a Virginia Raggi di tagliare i compensi di Romeo, capo della segreteria politica con un compenso di 120mila euro lordi annui, quello di Mazzillo (88mila euro lordi) con un passato nel Partito Democratico, e di intervenire su Marra, ex alemanniano, polveriniano e mariniano, inizialmente scelto come vicecapo di gabinetto con potere di firma e poi retrocesso dopo le rimostranze pubbliche di Davide Barillari e Roberta Lombardi.
Sa la Raggi dovesse arroccarsi sulle sue decisioni, potrebbero arrivare le clamorose dimissioni degli esponenti del mini-direttorio, che dalla composizione originaria ha già perso Roberta Lombardi: a partire da Paola Taverna, la più infuriata con la sindaca per la gestione del pacchetto delle nomine,pronta a sbattere la porta e a «lasciare andare Virginia per la sua strada». L’alternativa allo scioglimento sarebbe il coinvolgimento nello stesso organismo di consigliere comunale di prima fascia, probabilmente il capogruppo Paolo Ferrara o il presidente dell’Aula Marcello De Vito, per fare da catena di trasmissione diretta tra il mini-direttorio e assemblea capitolina, bypassando di fatto la giunta.
Sempre Il Messaggero scrive che all’assemblea del gruppo consiliare pentastellato, iniziata con forte ritardo e svoltasi rigorosamente a porte chiuse (e senza streaming). All’incontro, ufficialmente convocato pe rdiscutere della ripresa dei lavori in aula Giulio Cesare dopo la pausa estiva, si sono presentati anche la Taverna e Stefano Vignaroli. Già, proprio lo Stefano Vignaroli che in una imbarazzante non-intervista tre giorni fa al Corriere della Sera rispondeva di non sapere nulla delle polemiche in corso a Roma e del malcontento degli attivisti, certificato dal post della sorella di De Vito. Magari nell’occasione si sarà finalmente informato e nella prossima intervista potrà essere meno imbarazzante.
Virginia Raggi soffre lo staff
L’altroieri la Raggi alla festa del Fatto aveva parlato proprio degli stipendi dello staff, facendo i conti in maniera piuttosto originale:
Ma la sindaca parla anche d’altro. Difende le sue nomine che hanno diviso gli stessi 5Stelle: “Ci siamo basati su competenze, capacità, merito e persone incensurate. La competenza si paga. E poi il primo anno per le nomine la giunta Alemanno spese sei milioni, quella Marino cinque. Io non ho ancora finito ma non arrivo al milione”. Sugli eterni lavori per la Metro C annuncia: “Arriveremo con la linea fino al Colosseo, poi faremo punto e virgola, e capiremo cosa fare”.
Ma è vero che la Raggi “non arriva al milione”? In realtà il post pubblicato sulla pagina del MoVimento 5 Stelle Roma dice qualcos’altro(ed è molto più precisa):
In particolare, spiega il M5S Roma, «il M5S in Campidoglio spenderà almeno 300mila euro in meno ogni anno rispetto all’ultima amministrazione Pd di Marino e 1 milione di euro in meno rispetto a quella di Alemanno (sostenuta dal centrodestra e da Fratelli d’Italia). Sui 5 anni si traduce in: almeno 1,5 milioni di euro in meno rispetto a Marino, ben 5 milioni di euro in meno rispetto ad Alemanno». La Raggi con la frase sul milione si riferiva alla spesa annua ma il M5S ha già spiegato (e promesso) che spenderà “meno di cinque milioni” sui cinque anni. Promessa non ancora mantenuta visto che lo staff (sopra vedete una tabella incompleta che risale a Ferragosto) non è stato ancora completato. Secondo i documenti pubblicati sul sito del Comune le spese di staff di giunta le delibere arrivano a 1 milione e 167 mila euro: il compenso più alto è per la magistrata della Corte d’Appello di Milano Carla Raineri, con i 193mila euro l’anno come capo di gabinetto.
Immagine di copertina da Il Messaggero
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