Il metodo Travaglio impone la censura
Per sapere qualcosa sul vertice Renzi-Merkel bisogna arrivare a pagina 7. Guai se i pochi lettori rimasti del Fatto venissero a sapere che la ricostruzione si può fare: scapperebbero anche loro
“Sono certa che, tenuto conto della catastrofe che c’è stata, ci sarà la possibilità di trovare delle buone soluzioni per tutti. In Europa certamente troveremo una soluzione ragionevole. L’Italia presenterà un progetto e un piano in modo trasparente e troveremo una soluzione”: così Angela Merkel, ieri a Maranello, alla conclusione del vertice con Matteo Renzi. E’ una buona notizia per il nostro Paese, ed è una notizia importante in sé, perché niente affatto scontata conoscendo le posizioni del governo tedesco in materia finanziaria. Infatti tutti i giornali veri, oggi, l’hanno messa in prima pagina, e quasi tutti addirittura l’hanno collocata in apertura.
Ma sul Fatto bisogna armarsi di molta pazienza per trovarla. La prima pagina è dedicata all’abituale sequenza di malefatte e disastri più o meno reali, presunti, inventati: il sindaco di Amatrice sotto indagine (e chissà se è vero), il “progetto banda larga a pezzi”, i dati sull’occupazione che “rovinano le nuove slide celebrative” del governo, l’Anm in campo contro Renzi, e persino Sabrina Ferilli che “diventa sindaca come la Raggi, ma è solo fiction” (e speriamo che a lei vada meglio che all’originale).
Per sapere qualcosa sul vertice Renzi-Merkel bisogna arrivare a pagina 7, dove campeggia un titolo che vorrebbe essere ironico – “Merkel vota Sì: ‘Le riforme di Renzi fanno bene alla Ue’” – e che tuttavia continua a nascondere la notizia, relegata in un occhiello: “Più flessibilità per il terremoto? Troveremo una soluzione”.
Eppure non più tardi di due giorni fa – non due anni fa, e neppure due mesi fa – il Fatto aveva aperto la sua prima pagina strillando a caratteri cubitali: “Piano Case, mancano i soldi. Dopo giorni di voci su progetti miliardari del sisma, il premier deve ammettere che per trovarli dovrà violare le regole”.
Eppure non più tardi di due giorni fa – non due anni fa, e neppure due mesi fa – il Fatto aveva aperto la sua prima pagina strillando a caratteri cubitali: “Piano Case, mancano i soldi. Dopo giorni di voci su progetti miliardari del sisma, il premier deve ammettere che per trovarli dovrà violare le regole”.
Il metodo Travaglio funziona così: si pubblica con grande risalto una “notizia” che non esiste ma che è assai utile per denigrare non tanto Renzi – che una casa bene o male ce l’ha – quanto l’intero Paese, che da “Casa Italia” ha tutto da guadagnare. Quando poi arriva la notizia vera – e cioè la disponibilità della Cancelliera, che non è proprio una passante, a rivedere le regole europee per aiutare il nostro Paese – il metodo Travaglio impone la censura. Guai se i pochi lettori rimasti del Fatto venissero a sapere che la ricostruzione si può fare: scapperebbero anche loro.
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