Sentenza Terremerse, le motivazioni
«Errani assolto perché in buona fede»
Per i giudici «è stata confermata la convinzione
che le indagini non avrebbero evidenziato nulla»
BOLOGNA - Tutti gli imputati nel processo Terremerse, compreso l’ex presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani, assolti il 21 giugno con formula piena nel secondo processo d’appello, agirono in buona fede. A scriverlo, nelle motivazioni della sentenza, sono i giudici della terza sezione penale della Corte d’appello di Bologna, presieduta da Cecilia Calandra. Secondo i giudici, la trasmissione della relazione con cui Errani intendeva dimostrare la correttezza dell’operato della Regione nella concessione, avvenuta nel 2006, di un finanziamento di un milione di euro per la costruzione di una cantina a Imola alla cooperativa Terremerse, allora guidata dal fratello Giovanni, alla Procura di Bologna «conferma la buona fede degli imputati, la convinzione che le eventuali indagini predisposte non avrebbero evidenziato nulla di più di quanto ritenuto convintamente dai redigenti (e prima di loro, dai funzionari regionali che si erano occupati della pratica di Terremerse)». Da qui l’assoluzione con formula piena, perché il fatto non sussiste, dall’accusa di falso ideologico per l’ex presidente della Regione. Nel motivare la sentenza, i magistrati della Corte d’appello evidenziano anche «la sussistenza di plurimi convergenti indicatori della buona fede di tutti gli imputati, dell’errore in cui erano incorsi Filomena Terzini e Valtiero Mazzotti (dirigenti regionali, anche loro assolti, perche’ il fatto non costituisce reato, dalle accuse di falso ideologico e favoreggiamento, ndr) nel redigere la relazione incriminata, dell’assenza di qualsiasi atto di induzione o istigazione al falso da parte del presidente Errani».
Nessun commento:
Posta un commento