venerdì 2 settembre 2016

La Raggi ha sbagliato. Parola di Travaglio-Suslov sul Fatto-Pravda

Il Fattone
prav
Fantastica conclusione sovietica: “Tutti zitti oppure a casa”
 
Del dibattito interno al Movimento 5 stelle, delle vere ragioni della crisi che ha pesantemente lesionato la giunta Raggi e delle soluzioni che verranno adottate non sappiamo nulla di nulla.
I tempi eroici dello streaming, dell’“uno vale uno”, della Rete che discute e decide sono definitivamente archiviati, e al loro posto vige l’antico e sempre efficiente modello sovietico: feroci lotte intestine all’interno, impenetrabile muro di silenzio all’esterno.
La lettura della Pravda grillina è dunque oggi più utile che mai: come un tempo facevano i cremlinogi a corto di notizie, leggere fra le righe dei giornali ufficiali è la sola possibilità che abbiamo per indovinare i pensieri del partito di Grillo. E l’editoriale di Marco Travaglio – a cominciare dal titolo: “Tutti zitti o tutti a casa” – non delude le attese.
Che cosa scrive il piccolo Suslov della Casaleggio Associati srl? “Virginia” ha commesso tre errori: il primo è stato quello di affidare troppo potere a Marcello Minenna, assessore dimissionario al Bilancio e alle Partecipate, al punto da consentirgli di dar vita ad “una specie di giunta parallela” (che poi Minenna, per ammissione dello stesso Travaglio, sia un “tecnico molto competente” non ha naturalmente importanza).
Il secondo errore è “aver cincischiato troppo con le nomine”, che invece andavano fatte tutte e subito.
Il terzo è “aver tollerato troppi galli nel pollaio”, cioè “direttorii, direttoriucci e direttorietti”.
I tre errori si riassumono in uno solo: la Raggi, secondo Travaglio, avrebbe dovuto fare tutto da sola, anziché mettere in giunta un “tecnico molto competente” o, addirittura, dare ascolto agli attivisti e ai dirigenti del M5s. La conclusione del piccolo Suslov è netta: tutti i grillini di ogni ordine e grado devono “cucirsi la bocca”, tenersi per sé “i buoni consigli tipici di chi ha finito i cattivi esempi” e “lasciar governare chi è stato eletto per farlo”. Tutti i poteri a Virginia, dunque: la donna sola al comando risolverà i mali della Capitale e spianerà a Di Maio la strada di Palazzo Chigi.
E gli attivisti, i meet-up, i militanti, i parlamentari, lo staff, il Direttorio? “Tutti zitti oppure tutti a casa”. Parola della Pravda.

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