Panico in Campidiglio, vertici e consiglieri M5S chiedono a Raggi di resettare le nomine dopo l'addio di Minenna e Raineri
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Panico in Campidoglio. Chi si trova nelle stanze di palazzo Senatorio descrive così l'aria che tira dopo le dimissioni di due pesi da novanta: la capo di gabinetto Carla Raineri e l'assessore al Bilancio Marcello Minenna. Quest'ultimo da sempre considerato l'uomo chiave della Giunta avendo in mano i conti di Roma e la delega alle aziende partecipate. Il contraccolpo nel Movimento 5 Stelle è sintetizzabile nelle parole di Paola Taverna: "Se la giudice Raineri e l'assessore Minenna dovessero formalizzare le loro dimissioni, questo rappresenterebbe una gigante perdita". Il problema però non è solo pratico. È molto più ampio e riguarda la guerra tra fazioni che è scoppiata in Campidoglio tanto che a settanta giorni dall'incarico si è davanti già alla prima crisi dell'era targata Virginia Raggi con i consiglieri 5Stelle pronti a chiedere formalmente al sindaco di revocare alcune nomine mai digerite, tra queste quella del vice capo di gabinetto Raffaele Marra, che nel passato ha lavorato al fianco di Gianni Alemanno. In campo ci sono anche i vertici pentastellati, che a taccuini chiusi, non nascondono il loro malumore per la gestione capitolina di questi primi mesi. Pur sapendo che nella Capitale il Movimento si gioca la sua scalata verso Palazzo Chigi, qualcuno si spinge ad affermare: che "se Raggi farà altri errori, se ne assumerà la responsabilità". In sintesi, non è escluso che se le cose non dovessero andare per il verso giusto le strade di Raggi e del M5S potrebbero dividersi.
Dietro il passo indietro di Minenna e la revoca di Raineri ci sono settimane di scontri tra loro due da un lato e Salvatore Romeo, capo della segreteria, e Raffaele Marra, ancora formalmente vice capo di gabinetto, fedelissimi di Virginia Raggi, dall'altro. Alle quattro e mezzo del mattina, il sindaco decide di far fronte al caos dando lei su Facebook la notizia dell'addio di Raineri, senza però citare Minenna le cui dimissioni erano già arrivate sul suo tavolo: "Sarà predisposta l'ordinanza di revoca" di Raineri poiché "l'Anac ha dichiarato la nomina va rivista" a causa di uno stipendio troppo alto rispetto a quanto prevede la legge. Ma in mattina, ormai ex capo di gabinetto, fa sapere che "i motivi sono ben altri". Raineri e Minenna si sono sempre mossi insieme già dai tempi del commissario Tronca. E anche l'assessore al Bilancio ha fatto un passo indietro dopo essere entrato in rotta di collisone con Romeo, che in passato aveva la delega alle partecipate. Le invasioni di campo da parte di quest'ultimo e visioni così diverse tra Minenna e la sindaca sono culminate con le ormai scontate dimissioni del direttore generale di Atac Marco Rettighieri. Non solo. Dopo il caos in Atac e il passo indietro di Minenna novità anche in Ama, l'azienda rifiuti. L'amministratore unico di Ama Alessandro Solidoro, scelto dall'assessore al Bilancio dimissionario, ha lasciato l'incarico: "Senza Minenna non ci sono le condizioni". Rumors anche su un possibile passo indietro di Stefano Bina, neo dg dell'Ama fortemente voluto al fianco di Solidoro sempre da Minenna.
Una guerra insomma, quella che si è scatenata, che non piace ai vertici pentastellati e neanche ai consiglieri, che hanno incontrato il sindaco. Si fa sempre più probabile la strada della richiesta di 'resettare' alcune nomine e quindi far tornare indietro la Raggi sulle scelte fatte. Eppure in Campidoglio si fanno più insistenti voci su un possibile balzo in avanti di Marra, anche se l'ipotesi che prenda il posto della Raineri sembra piuttosto improbabile. Per evitare sorprese però, i consiglieri 5Stelle ne chiedono una cacciata definitiva. Intanto i gruppi di opposizione hanno chiesto al sindaco di spiegare in aula il motivo di questi scossoni in Giunta, ma Raggi non è presente. Così i gruppi di opposizione hanno abbandonato l'aula Giulio Cesare.
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