Il Corriere scrive che l'assessora potrebbe essere sentita presto come testimone nell'indagine. Sotto accusa gli impianti TMB utilizzati dalla municipalizzata romana. Il sospetto è che producano scarti non conformi alla legge: la frazione organica in uscita potrebbe essere difforme rispetto a quanto prescritto nelle autorizzazioni
«Ho rappresentato una situazione anomala e per certi versi stravagante. C’era qualcosa che non andava nella consequenzialità degli atti. Inoltre, posso dire, che non c’è mai stato un contratto tra Ama e Colari per l’uso del tritovagliatore di Rocca Cencia e mai una gara d’appalto per quella struttura»: dopo quattro ore a testimoniare dal pubblico ministero Daniele Fortini dice poco ai giornalisti ma quel poco basta. L’indagine per truffa è rivolta per ora nei confronti di nuovi indagati, funzionari dell’azienda, proprio ieri iscritti nel registro dalla procura. I loro nomi sono al momento segreti.
L’inchiesta sull’AMA e il ruolo di Paola Muraro
La giunta Raggi pensa a un interno Ama per sostituire Fortini ad agosto (il 4 c’è l’assemblea in cui saranno confermate le dimissioni), ma sull’impianto che potrebbe accogliere le 2-300 tonnellate di immondizia ancora per le strade della Capitale c’é un’inchiesta della procura di Roma. Al centro costi e procedure per lo smaltimento dei rifiuti nel tritovagliatore di Cerroni, ex patron della mega discarica di Malagrotta. L’indagine ha portato giorni fa all’acquisizione di documenti all’Ama da parte dei finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo ed il pm Alberto Galanti procedono per associazione a delinquere, truffa ai danni dell’Ama, frode nelle pubbliche forniture e traffico illecito di rifiuti. Scrive Repubblica oggi in un articolo a firma di Francesco Salvatore e Federica Angeli:
Le centinaia di carte sequestrate in mattinata dai carabinieri del Noe nei due Tmb – impianti di trattamento meccanico biologico – Ama di Rocca Cencia e di via Salaria raccontano che si sono smaltiti meno rifiuti di quanto prescritto dalla normativa e dal contratto di servizio. Se questo sia avvenuto con la complicità o con la sciatteria di responsabili dell’azienda non è dato ancora saperlo. Ma che l’assessora all’Ambiente Paola Muraro, sia stata per 12 anni consulente e fino al 30 giugno scorso responsabile proprio dei Tmb capitolini con la mansione specifica di controllare il rispetto delle prescrizioni Aia (autorizzazione integrata ambientale) è un dato inoppugnabile. E ora i riflettori sono puntati proprio su quegli impianti su cui lei vigilava.
Spiega Cecilia Gentile che il suo non era un incarico da poco. “Negli ultimi anni è stata responsabile Ippc (International protocol pollution control, controllo del protocollo internazionale sull’inquinamento), controllava cioè la qualità dei rifiuti in ingresso, la qualità del processo di trattamento e quella dei rifiuti in uscita di tutti gli impianti Ama, compreso quello di Rocca Cencia che è andata a visitare insieme alla sindaca quasi all’inizio del suo mandato, concludendo che quell’impianto era vergognoso. Un incarico, quello della consulente Muraro, di alto livello, come testimonia il suo stipendio del 2015: 115mila euro lordi. Ieri la sua risposta è stata che «il consulente non dirige, consiglia. Ora faccio parte dell’amministrazione, è un’altra cosa»”. Il Corriere segnala che la Muraro potrebbe essere presto sentita come testimone. C’è anche un’altra ipotesi al vaglio dei magistrati. Ed è che gli impianti producano scarti non conformi alla legge: la frazione organica in uscita potrebbe essere difforme rispetto a quanto prescritto nelle autorizzazioni. Per verificare questa circostanza, il pm ha disposto una consulenza tecnica urgente sugli stabilimenti.
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