venerdì 29 luglio 2016

E meno male che continuano a ripetere che sono i custodi della Costituzione. Ma lo sanno che la nostra Costituzione è antifascista?

Emilia Romagna: il Movimento 5 Stelle si astiene ad una mozione del Consiglio che vieta gadget fascisti

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BENITO MUSSOLINIento
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La sinistra che occupa i banchi del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna (rappresentata da Pd, Sel e Altra Emilia-Romagna) ha presentato alla Giunta una risoluzione per dire basta alla vendita di gadget che inneggiano a Mussolini su tutto il territorio della regione. Non sarà più possibile, quindi, acquistare magliette, statuette e souvenir che ritraggono il volto del Duce dato che nella mozione si è chiesto alla Giunta di estendere il reato di apologia di fascismo (previsto dalla legge del 20 giugno 1952) anche sugli oggetti che richiamano il Ventennio Fascista. 
Il centro-destra, tutto compatto, ha votato no. Ma la sorpresa è arrivata dai consigliere del Movimento 5 stelle che, tra lo stupore di molti e la costernazione di altri, hanno preferito percorrere la strada dell’astensione. 
Già lo scorso, come riporta La Repubblica, anno il Sindaco di Rimini era intervenuto per far aggiungere alla legge che prevede l’apologia di fascismo una punizione per chi vende gadget che risvegliano la memoria del regime fascista. Il caso, peraltro, era stato sollevato da due turisti americani, con origini ebraiche, infastiditi dalla vendita di alcuni souvenir che mettevano in evidenza l’immagine di Mussolini
Da anni, infatti, in tutta la riviera romagnola, terra natia del Duce d’Italia, e in particolar modo a Predappio, piccolo comune romagnolo dove è custodita la tomba del dittatore italiano, è in atto un vero e proprio pellegrinaggio da parte di curiosi e nostalgici del fascismo. E così quando si arriva sul posto si acquistano gadget e ricordini da portare con sé da esporre nella propria abitazione o da regalare a vecchi “camerati”. 
Fortemente critico nei confronti della risoluzione è stato Tommaso Foti (esponente emiliano di FdI-AN): “
La risoluzione rischia di "ispirare ordinanze di divieto da parte di taluni sindaci che possono compromettere il commercio di cimeli e pubblicazioni dell'epoca fascista in mercatini di antiquariato
". A condividere il pensiero del collega di centro-destra è stato il leghista Massimiliano Pompignolim, che durante la seduta aveva pronunciato frasi simili. 
Ad applaudire, invece, l’iniziativa del Consiglio emiliano ci ha pensato Emanuele Fiano che, in una nota, ha dichiarato: "Gli inni fascisti gridati negli stadi, il folklore nero dei gadget o altri oggetti che rievocano l'ideologia fascista, è ora di aprire gli occhi. La nostra proposta - conclude Fiano - consiste in un solo articolo, in base al quale chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, anche attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni". 
Al di là di tutte le considerazioni, però, a sorprendere tutti (militanti compresi) è stato il silenzio del partito di Grillo. 

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