La bufera “monnezzopoli” rischia di far (già) saltare la giunta Raggi
Al centro del disastro la nuova assessora all’Ambiente Paola Muraro, di cui, viste le esperienze passate, si può dire tutto tranne che rappresenti il nuovo che avanza
“Quello che infastidiva era la presunzione con cui i grillini in campagna elettorale professavano onestà e soluzioni rapide. Una volta arrivati al governo, la musica è cambiata: Roma è sporca né più né meno (anzi di più) di prima che la Raggi fosse eletta sindaca, ed è stata lei a dire che il problema lo avrebbe risolto tre settimane fa“. Con queste parole il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato punta il dito contro la nuova giunta che amministra la Capitale e che rischia, in pochissimo tempo, di essere spazzata via dalla bufera che sui social è già stata ribattezzata come una nuova #monnezzopoli romana.
Al centro di questo disastro c’è la nuova assessora all’Ambiente Paola Muraro, la persona scelta dalla Raggi per gestire la delicata questione della pulizia delle strade e, soprattutto, della raccolta, della gestione e dello smaltimento dei rifiuti accumulati nei cassonetti maleodoranti della città.
“A Roma, sulla vicenda dei rifiuti – osserva Alessia Rotta, deputata del Pd – si sta delineando un quadro preoccupante e fosco. Attorno alla figura della neo assessora Muraro nella giunta Raggi si intrecciano legami poco trasparenti che riportano indietro la capitale di almeno venti anni, visti i rapporti con Alemanno e quelle consulenze per l’Ama protrattesi per 12 anni, che le hanno fatto incassare oltre un milione di euro grazie a un contratto rivalutato per mano di Panzironi (ex ad di Ama condannato a sei anni nell’ambito dell’inchiesta ‘parentopoli’). Alla faccia della trasparenza, se poi a tutto questo si aggiunge anche figura di Alfonso Marra ex collaboratore di Alemanno e fedelissimo di Panzironi e ancora tra i più stretti collaboratori della Raggi”.
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Il fuoco di fila nei confronti della Muraro (e della Raggi) è trasversale.
Non sono solo gli esponenti del Pd a chiedere che si faccia immediatamente chiarezza. Anche il senatore di Forza Italia Francesco Giro si unisce al coro di critiche osservando che “sul caos rifiuti la sindaca Raggi è già in tilt. Per molto meno l’ex sindaco Marino venne crocefisso. E dopo le rivelazioni dei maggiori quotidiani nazionali l’assessore Muraro farebbe ebbe a dimettersi subito e a chiarire la sua posizione in procura”.
Duro anche il commento di Giorgia Meloni: “Virginia Raggi ha nominato assessore all’ambiente di Roma, Paola Muraro. La Muraro è stata consulente esterna di Ama per 12 anni incassando più di un milione euro, 115 mila euro di consulenze nel solo 2015. Nominata e strapagata solo perché è bravissima? Ma queste municipalizzate romane non sono dei carrozzoni dove vengono stipati parenti, amici e raccomandati? E’ in questo modo che il Movimento 5 Stelle intende segnare la discontinuità con la mala gestione del passato?“.
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Secondo Stefano Fassina che, vale la pena ricordarlo, rifiutò un accordo a sinistra con il candidato del Pd Roberto Giachetti in ottica anti-M5S, “a Roma il quadro politico e amministrativo del ciclo dei rifiuti si fa ogni giorno più inquietante, mentre la città ritorna in drammatica sofferenza e i protagonisti del disastro e della malagestione, come Cerroni, si ripropongono in veste di salvatori della patria in un fiume di interviste. L’assessora Muraro, senza timore del ridicolo, attacca la gestione partitica dell’Ama dalla quale per 12 anni ha ricevuto consulenze milionarie. Oggi, dopo essere stata allontanata dall’Ama dal presidente Fortini, scopre il merito e i cv per la scelta dei vertici dell’azienda”.
E mentre ogni angolo di Roma è invaso dai cumuli di rifiuti, la sindaca (che aveva promesso una città pulita entro i primi giorni di luglio) continua a nascondere la testa sotto la sabbia. Per quanto tempo si potrà andare avanti?
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