in germania
Facebook, no ai “post” contro i rifugiati
Facebook intende attuare un ulteriore giro di vite sulla pubblicazione di messaggi di presunta incitazione all’odio sui profili degli utenti tedeschi, aggiungendo gli immigrati tra le «categorie protette». Lo ha dichiarato durante un evento a Berlino il numero uno del gruppo, Mark Zuckerberg (foto), sostenendo di non aver fatto ancora abbastanza per contrastare i post considerati razzisti in seguito all’accordo stretto lo scorso 15 dicembre con il governo tedesco, che aveva ottenuto dalla società di Palo Alto (nonchè da Twitter e da Google) l’impegno a rimuovere dalle loro piattaforme entro 24 ore i messaggi considerati in violazione delle leggi nazionali in quanto discriminatori. «Quando i limiti della libertà di parola vengono superati, quando ci sono criminalità, sedizione e incitamento a compiere delitti contro la persona, tali contenuti vanno rimossi dalla rete», aveva spiegato il ministro della Giustizia, Heiko Maas, sottolineando l’intesa, «la libertà di espressione protegge anche i commenti ripugnanti, volgari o sgradevoli ma si passa il limite quando si tratta di incitare alla violenza o attaccare la dignità delle persone in forme punibili come delitti di incitazione all’odio razziale. Zuckerberg ha avuto l’occasione di stilare un bilancio di queste prime settimane di collaborazione con Berlino la scorsa settimana, durante un incontro con di pochi giorni fa con Peter Altmaier, capo dello staff della cancelliera Angela Merkel, incontro che, nelle parole del giovane magnate, «ha davvero sottolineato quanto ancora è necessario fare in questo Paese». «Le incitazioni all’odio non hanno spazio su Facebook e nella nostra comunità», ha affermato ancora Zuckerberg.
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