martedì 23 febbraio 2016

Le proposte di Renzi e Padoan alla Ue: Eurobond per i migranti, più flessibilità, superministro delle Finanze (DOCUMENTO)

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RENZI PADOAN

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Un colpo di reni, per salvarsi da una crisi “senza precedenti”, che passa per un concetto chiave: condivisione. Il governo italiano non ha dubbi: la medicina che serve all’Europa, oggi “di fronte a un bivio”, è più Europa
In nove pagine, frutto del lavoro congiunto di palazzo Chigi e Tesoro, le proposte di Roma a Bruxelles, dalla questione migranti alla crisi economica, guardano alla necessità di una maggiore coesione e integrazione. Non a caso tra le soluzioni delineate nella "Proposta strategica dell’Italia per il futuro dell’Unione europea: crescita, lavoro e stabilità" spicca il ricorso a bond comunitari. E poi ancora: un superministro delle Finanze dell’eurozona, una garanzia comune per i depositi bancari, un fondo europeo contro la disoccupazione, il completamento dell’Unione bancaria. Tutti strumenti che sono declinazioni di quello ‘shared’ (condiviso) che campeggia nel titolo del documento pubblicato oggi sul sito di palazzo Chigi. Un richiamo, quello al valore della condivisione, degli strumenti così come dei rischi, che è evidente anche quando nel documento si sottolinea che l’accordo di Schengen è “una delle maggiori conquiste dell’integrazione europea e va difeso e rafforzato”.

Il percorso dell’Europa, visto dall’Italia, è chiaro: o si passa dalle opportunità alla messa in atto di un “progetto concreto” oppure nessuna ricetta attuale, neppure le misure straordinarie messe in campo dalla Bce di Mario Draghi, potrà risultare salvifica per risollevare il gigante Europa dalla tempesta perfetta causata da “tassi di crescita modesti” e da “un’inflazione eccezionalmente bassa”. Quello che è stato fatto fin ad ora, in altre parole, non è bastato. Bisogna agire e subito, considerando anche che molto può essere fatto senza modificare i Trattati esistenti
Il nuovo corso disegnato da Roma per l’Unione europea si inquadra in una cornice generale, che passa per un principio: superflessibilità. Ecco perché si sottolinea che “lo spazio di bilancio dovrebbe essere pienamente usato per sostenere la crescita”. Una crescita a cui l’Italia vuole imprimere un ritmo più veloce, affiancando al piano Juncker per gli investimenti anche la possibilità di ricorrere agli eurobond. All’interno di questa cornice si snodano le novità destinate a dare vita a un ampio dibattito a Bruxelles, a iniziare dalla proposta di ricorrere all’emissione di bond comunitari per la gestione delle frontiere europee. Il governo richiama l’Europa alla necessità di una gestione comune dei suoi confini alla luce dei flussi migratori che non si arrestano e ora chiede di reperire risorse da più parti, appellandosi a “meccanismi di mutualità” che potrebbero includere anche l’emissione di obbligazioni europee. Di fronte all’emergenza migranti, si legge nel paper, serve “una politica per i rifugiati di lungo termine”.
In campo strettamente economico l’esecutivo italiano si dice favorevole ad allargare la cabina di regia con un superministro delle Finanze dell’eurozona, ma a precise condizioni: dovrà avere a disposizione un budget con risorse adeguate per promuovere politiche di bilancio comuni. Nella lista dei desiderata italiani spunta anche “l’ambizioso obiettivo”, quello cioè di trasformare l’Esm (il Fondo salva-Stati ndr) in un Fondo monetario europeo sfruttando al massimo i benefici del meccanismo e garantendone allo stesso tempo le funzioni di protezione. 
Tra i capisaldi del documento italiano grande spazio è riservato alle banche, che hanno arrecato più di una preoccupazione al Governo a causa di un inizio d’anno drammatico in Borsa. La linea di Renzi e Padoan è quella dell’avanti tutta sul completamento dell’Unione bancaria, antidoto alle crisi sistemiche. C’è però un altro tema, che non piace per nulla ad alcuni Paesi, Germania in testa, che l’Italia vuole far portare fino in fondo all’Europa: la creazione di un Fondo europeo di garanzia dei depositi. Uno strumento, questo, che Roma ritiene indispensabile per rafforzare la fiducia nei confronti di un sistema bancario sotto assedio e per ridurre i rischi. Se Europa deve essere, in altre parole, lo deve essere anche nella condivisione dei pericoli. In ballo c’è la fiducia dei cittadini europei, sempre più in bilico, come attestano “il consenso per le idee populiste” e “l’euro scetticismo che è in crescita in quasi tutti gli Stati membri”. 
Come avevano spiegato ieri fonti di Governo all’Huffington Post il governo italiano ora ha una sua strategia per l’Europa perché se “deve essere un’opportunità, lo deve essere concretamente e per tutti”. Da Bruxelles, intanto, prima ancora che il documento fosse pubblicato sul sito di palazzo Chigi, è arrivata una risposta non esaltante. “Tutte le idee sono benvenute”, incluse quelle italiane, ma per il momento “sarebbe meglio concentrarsi su quello che già c’è e poi concentrarsi su cosa fare per il futuro”, ha affermato un portavoce della Commissione europea. L’Italia scalpita, ma Bruxelles contiene gli entusiasmi. 
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