Di Maio (involontariamente) spiega perché la parola dei M5S non vale nulla
Perché Renzi sceglie Alfano? La spiegazione è sul Fatto
“Perché?”, si chiede oggi la prima pagina del Fatto a caratteri cubitali. “Perché – spiega il sommario – Renzi, anziché svendere i diritti civili ai ‘catto-dem’ e ad Alfano, Formigoni, Giovanardi, Schifani & C., non consente ai senatori di votare da oggi una legge che l’Italia attende da 30 anni?”.
Legge che, secondo il grafico che accompagna il titolo, sarebbe approvata – stepchild adoption inclusa – da 199 senatori del Pd, di Sel, di Ala (Verdini oggi è nell’elenco dei buoni), del gruppo misto e del M5s.
E’ una domanda importante: il Fattone è tra coloro che considerano la parità fra matrimonio eterosessuale e matrimonio omosessuale un principio elementare di civiltà, che giudicano il ddl Cirinnà nella sua interezza nient’altro che il mimimo sindacale, che non sopportano le ingerenze clericali nella vita democratica dello Stato laico.
Ma esiste anche la realtà, ed è sufficiente leggere la terza pagina del Fatto per avere la risposta alla domanda che campeggia in prima.
E’ Luigi Di Maio, il giovane portavoce della Casaleggio Associati, a spiegare come stanno le cose in una lunga e istruttiva intervista. Secondo la ricostruzione del Fatto, i senatori grillini “erano pronti a votare il ‘supercanguro’, purché spacchettato. Poi in aula hanno virato all’ultimo minuto perché la Lega aveva ritirato 4500 emendamenti”.
“Non è così – risponde Di Maio –. Quella sera ho telefonato alla capogruppo […] e mi ha confermato che il gruppo è sempre stato per il no all’emendamento Marcucci”.
Eppure c’è un sms “mandato dai vostri senatori a Monica Cirinnà con il sì al canguro, ‘sia integro che spacchettato’”, incalza l’intervistatore. E Di Maio risponde: “Cirinnà ha scelto di non parlare con il nostro capogruppo. Ha scelto di credere che una valutazione a titolo personale fosse un accordo ufficiale”.
Dunque nella Casaleggio Associati le cose funzionano così: i senatori possono liberamente discutere al proprio interno e decidere il sì al “supercanguro”; possono altresì liberamente parlare con senatori di altri gruppi, comunicare loro le decisioni prese in assemblea e impegnarsi a rispettarle; possono infine annunciare via sms come voteranno in aula – finché Di Maio non alza il telefono e stabilisce che si fa in un altro modo.
Ecco perché il ddl Cirinnà sarà approvato senza stepchild adoption, ecco perché Renzi ha dovuto ripiegare su Alfano: perché la parola del M5s non vale nulla.
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