"I 16 e i 17enni in Italia sono circa un milione e centomila, se potessero votare pareggebbero gli elettori cosiddetti anziani sopra i 65 anni. Sarebbe un più corretto equilibrio generazionale".
| questioni sociali | Pubblicato:12.02.2016 | Origine:23.01.2016 | Fonte dichiarazione
In un post sul suo blog a favore del voto ai sedicenni, Beppe Grillo porta diverse argomentazioni: una di queste riguarda una “compensazione” tra giovani e anziani, che deriverebbe dalla concessione del voto anche a chi ha 16 e 17 anni. Vediamo se i numeri sulla demografia italiana confermano.
Un pareggio lontano
Il database Istat registra* la popolazione residente per età al 31 dicembre di ogni anno. Alla fine del 2015, i 16enni in Italia erano 571.647 e i 17enni 570.959: in totale 1.142.606, “circa un milione e centomila” come dice Grillo.
Per quanto riguarda la popolazione sopra i 65 anni, però, i numeri sono ben lontani da questi. Lo stessa Istat indica che gli ultrasessantacinquenni erano il 21,7 della popolazione italiana nel 2015. In numeri assoluti, si tratta di 13.219.074 persone, oltre undici volte la somma di sedici e diciassettenni.
I 16-17enni sono superati anche dalla sola somma degli italiani di 65 e 66 anni (in totale oltre 1,5 milioni). Se consideriamo tutti i residenti tra i 16 e i 21 anni il totale è di poco inferiore ai 3,5 milioni (3.480.169), un quarto circa degli ultrasessantacinquenni.
Il verdetto
Grillo cita correttamente il numero di italiani che hanno 16 e 17 anni, ma il “pareggio” di cui parla è molto lontano dalla realtà. “Pinocchio andante” per il leader del Movimento 5 Stelle.
Nessun commento:
Posta un commento