mercoledì 13 gennaio 2016

Tutti i guai delle città amministrate dal M5S

Non solo il caso Quarto. Da Parma a Gela, i problemi dei grillini alla prova governo. Pizzarotti guida la fronda dei sindaci e sfida il direttorio: «Serve meet-up nazionale»
ANSA
Beppe Grillo

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12/01/2016
Sedici giunte (che presto potrebbero scendere a quattordici) e una marea di guai. Le amministrazioni locali a Cinque Stelle inciampano, litigano e si dividono. Se le città pentastellate dovevano spianare la strada alle ambizioni di governo nazionale del Movimento, l’esperimento è fallito.  

I casi più freschi sono due. A Quarto c’è un consigliere accusato di voto di scambio e tentata estorsione aggravata ai danni del suo stesso sindaco: sindaco a cui Grillo e Casaleggio hanno chiesto di dimettersi. A Gela il primo cittadino M5S è già praticamente fuori, messo alla porta da quattro consiglieri su cinque che gli hanno girato le spalle.  


PARMA, “PIZZA” IL RIBELLE E L’INCENERITORE  
FOTOSEDE
L’addio tra Federico Pizzarotti e il M5S è un prospettiva sempre più concreta. Il sindaco di Parma è accusato di «alto tradimento» dell’ideale movimentista a causa dell’inceneritore mai spento. Inconvenienti da realpolitik, nonostante le promesse della campagna elettorale. Poi ci sono i problemi politici. Pizzarotti invoca un meet-up nazionale: qualcosa di molto simile a una segreteria di partito votata al termine di un congresso che si contrapporrebbe al direttorio dei cinque nominato da Grillo e Casaleggio.  

LIVORNO TRA RIFIUTI E RIMBORSI  
ANSA
La buccia di banana per il sindaco Filippo Nogarin è lo stanziamento di quasi 40mila euro all’anno per rimborsare agli amministratori le spese per raggiungere il Comune. La giunta vacilla anche sulla questione della raccolta rifiuti.  


A VENARIA GIUNTA GIA’ IN BILICO  
Nel Comune alle porte di Torino una consigliera Cinquestelle, Viviana Andreotti, ha lasciato la maggioranza per accasarsi tra i Moderati di Portas. L’addio, deciso dopo il rifiuto di votare la delibera con la quale il Comune è uscito dall’osservatorio sulla Tav, ha già «mandato sotto» il sindaco in qualche voto consiliare (ad appena sette mesi dalla vittoria elettorale). La posta in gioco non è solo locale. Cadere a Venaria, o finire in un’impasse politica, rischia di compromettere le chance di vittoria di Chiara Appendino, candidata del Movimento per la poltrona di sindaco di Torino.  


COMACCHIO, IL PRIMO CITTADINO ESPULSO  
Il sindaco Marco Fabbri decide di candidarsi per la Provincia: un gesto che non piace al M5S: espulso. In tutta risposta lui parlò di «deriva fascista».  


CIVITAVECCHIA, SU LE TASSE  
Problemi di bilancio in Comune. Il sindaco Antonio Cozzolino ricorre – tra le polemiche – all’antica ricetta per far quadrare in fretta i conti: aumenta le tasse (aliquote di Irpef e Imu al massimo) e rialza anche la Tari.  


POMEZIA, «L’INCORRUTTIBILE» E LE MERENDINE  
ANSA
Fabio Fucci acquisisce notorietà nazionale quando annuncia che le mense scolastiche avrebbero servito il dolce per merenda solo ai bambini che avessero pagato di più. Recupera quando Salvatore Buzzi - coinvolto nell’inchiesta Mafia Capitale - lo definisce «incorruttibile» in un’intercettazione telefonica. Intervistato da La Stampa disse: «Con me non ci hanno nemmeno provato».  


GELA, IL SINDACO CACCIATO  
ANSA
Il sindaco Domenico Messinese è messo alla porta. Espulso. È accusato di aver fatto assumere la sua assistente personale come «istruttrice amministrativa», non essersi ridotto lo stipendio e aver avallato un’intesa tra Eni, Ministero dello Sviluppo economico e Regione contraria «alle più accreditate politiche di tutela ambientale, energetiche, occupazionali e di economia turistica». 


GLI STIPENDI DI BAGHERIA  
La giunta di Patrizio Cinque diventa bersaglio di critiche non appena si diffonde la notizia della decisione di alzare gli stipendi.  


RAGUSA TRA COMPENSI E TRIVELLE  
La Giunta guidata da Federico Piccitto scivola sul compenso da attribuirsi: in un primo momento lo sforbicia, poi ci ripensa e lo aumenta con effetto retroattivo. La motivazione? «È un aggiornamento Istat». E c’è anche il caso Trivelle: crea malumori nel Movimento il via libera della giunta alle opere edilizie necessarie a supporto della trivellazione.  

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