La resa dei conti Di Maio/Fico sul caso Quarto: guerra nel M5S. Tutti i retroscena
Il “caso” Quarto, comune della provincia di Napoli, guidato da Rosa Capuozzo, sindaco del M5S segna lo spartiacque per il movimento: il passaggio dal Grillo di ieri, movimentista e rivoluzionario, al Grillo di oggi, istituzionale e politico. La vicenda di Quarto, il centro dell’hinterland napoletano, da giorni al centro della politica nazionale per l’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli che coinvolgerebbe i consiglieri comunali eletti nella lista del M5s alle elezioni comunali del 2015, è l’atto finale di uno scontro tra due anime del Movimento in Campania: quella storica, movimentista, rivoluzionaria, legata a Roberto Fico, il presidente della Commissione Vigilanza Rai, nato ( politicamente) con i meetup, un grillino della prima ora con frequentazioni negli ambienti della sinistra napoletana ( candidato alle elezioni amministrative di Napoli nel 2011) e quella “nuova”, istituzionale, dei salotti, più politica, definita la destra grillina, rappresentata dal numero due di Montecitorio, Luigi di Maio. Fico/ Di Maio, due volti di un movimento che punta a strappare la guida del Paese al Pd di Matteo Renzi. Quarto, il Comune sciolto tre volte per infiltrazione camorristica, diventa il teatro della resa dei conti tra Di Maio e Fico, tra due anime grilline. Roberto Fico difende, sin da subito, il sindaco Rosa Capuozzo: con il presidente della commissione Vigilanza della Rai si schierano gli attivisti storici, i consiglieri regionali Tommaso Malerba, Michele Cammarano, Maria Muscarà che ieri 10 gennaio 2015 hanno partecipato alla marcia dell’onesta in difesa del sindaco Capuozzo. Alla marcia è assente l’ala vicina a Luigi Di Maio a cominciare dal capogruppo in Consiglio regionale della Campania del M5s Valeria Ciarambino. Nelle stesse ore, in cui Fico scende in piazza per difendere il sindaco di Quarto, arriva, via blog, la doccia gelata: la richiesta di dimissioni per Capuozzo. Fico e il suo gruppo vengono sconfessati. Di Maio, rimasto in silenzio per giorni, senza schierarsi, da politico scavato né contro Capuozzo né a favore, rilancia subito il post di Beppe Grillo chiedendo al sindaco di Quarto di lasciare la poltrona. Ha vinto la sua linea, la linea istituzionale, più ragionata e meno impulsiva. Grillo ha scelto l’orizzonte politico “nuovo” del Movimento. Ha perso Roberto Fico: l’ala movimentista, rivoluzionaria dei Cinque Stelle è stata sconfessata dal leader Beppe Grillo. Di Maio vince la sfida in Campania per la leadership contro Roberto Fico ma rischia di perdere quella nazionale: il danno di immagine prodotto dal caso Quarto rischia di stroncare sul nascere le ambizioni di premier dell’enfant prodige di Pomigliano D’Arco. L’unico sindaco grillino eletto nella terra di Lugi Di Maio rischia lo scioglimento per camorra. Un premier con un biglietto di visita della camorra non è il massimo. CONTINUA A LEGGERE
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