Cari Di Maio e Fico, siete voi che dovete andare a casa
Che sia per omessa denuncia o per omesso controllo di un Comune ad altissimo rischio, i due membri campani del direttorio sono i veri responsabili della vicenda di Quarto. Se davvero "uno vale uno”, cosa ci fanno ancora lì?
13 Gennaio 2016 - 11:23
Premessa obbligatoria: siamo garantisti per principio. Non ci piace la cultura del sospetto, e mai ci sono piaciute le battaglie politiche manu giudiziaria, le liste di proscrizione di presunti “impresentabili”, molto spesso semplici indagati, per cui dovrebbe valere il principio di non colpevolezza fino a prova contraria, indipendentemente da ogni valutazione di opportunità.
Lo siamo stati anche nel caso che coinvolge il sindaco di Quarto Rosa Capuozzo, che per inciso nemmeno è indagata. E che, se le supposizioni del pubblico ministero Henry John Woodcock fossero confermate, è stata vittima di un tentativo di ricatto, cui tuttavia non ha ceduto.
Il punto, però, è politico. Perché un politico si giudica dalla coerenza con le idee di cui è portatore. Tanto più se fa parte di un movimento che fa della legalità e dell'“uno vale uno”, senza distinzioni tra vertici e base, la propria bandiera. Ed è un problema, questo, che chiama in causa più Luigi Di Maio e Roberto Fico, membri campani del direttorio che guida il Movimento Cinque Stelle, più che la Capuozzo.
Tutto ruota attorno all'omessa denuncia di quel che stava accadendo. Sappiamo, oggi, che questo è il motivo per cui Beppe Grillo ha chiesto alla Capuozzo di dimettersi. E che, allo stesso modo, è il suo rifiuto a farlo il motivo per cui è stata espulsa dal Movimento, senza troppi complimenti e nonostante le difese d'ufficio dei giorni precedenti. Perché i puri non si fanno epurare da nessuno, anche quando l'opportunità fa a pugni con la logica.
In altri casi si sarebbe detto che «non potevano non sapere, quindi». E se sapevano, Di Maio e Fico, perché non sono andati loro dai giudici, di fronte all'omessa denuncia della Capuozzo?
Bene: allora ci dovete spiegare perché la stessa sorte non dovrebbe toccare a Di Maio e Fico, entrambi campani, entrambi membri del direttorio del Movimento Cinque Stelle, entrambi, da quanto si evince dalle intercettazioni, prontamente informati dalla Capuozzo in merito a ciò che stava avvenendo.
È lei ad affermalo, più volte, nelle intercettazioni: «Ho avvertito a Luigi Di Maio anche per l'eventuale espulsione», ha detto, riferendosi a De Robbio, che poi in effetti sarà espulso.«Ci dovete commissariare», scrive allo stesso Di Maio ed è difficile credere, come ha scritto ieri su Facebook lo stesso Di Maio, che si tratti soltanto della richiesta del consigliere Nicolais di non dimezzarsi lo stipendio. Ed è altrettanto difficile credere che quando dice che «bisogna gestire mediaticamente... più in silenzio possibile, senza mettere i manifesti», parli senza essersi consultata con Di Maio e Fico. Con quest'ultimo che in tutta la vicenda pare teleguidarla: «Andate avanti tranquilli, quanto prima verrò», le scrive in un messaggio.
Sarebbe davvero difficile affermare il contrario, peraltro. Due membri del direttorio su cinque sono campani e quello di Quarto è l'unico comune campano amministrato dai Cinque Stelle. Un comune peraltro che era stato sciolto per infiltrazioni mafiose e che il Movimento aveva conquistato correndo praticamente da solo. Ad alto valore simbolico e ad altissimo rischio, quindi. Roba da buttarci più di un occhio. E tutto sembra, dalle intercettazioni, fuorché che Di Maio e Fico non l'abbiano fatto. Infatti, De Robbio è stato espulso dal Movimento Cinque Stelle prima, molto prima che uscissero le intercettazioni sui giornali. Le stesse intercettazioni da cui si dice Fico e Di Maio abbiano appreso della vicenda. In altri casi si sarebbe detto che «non potevano non sapere, quindi». E se sapevano, perché non sono andati loro dai giudici, di fronte all'omessa denuncia della Capuozzo?
Delle due, una: se sapevano e non hanno denunciato dovrebbero auto-espellersi dal Movimento Cinque Stelle, così come hanno espulso per lo stesso motivo la Capuozzo. Se pur sentendo la Capuozzo un giorno sì e l'altro pure non avevano il minimo sentore di quanto stava accadendo, andrebbero buttati fuori a calci dal direttorio, perlomeno. Perché pure un bambino di dieci anni se ne sarebbe accorto. Figurarsi chi ha l'ambizione di governare il Paese.
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