lunedì 11 gennaio 2016

Ma come, prima hanno dichiarato che era onesta la sindachessa e poi???????????

Quarto, il piano b di M5S: se Rosa Capuozzo non si dimette sarà espulsa. Ansia da intercettazioni su Fico e di Maio

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QUARTO M5Snt
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Il colpo d’occhio è impressionante. In Transatlantico non si vede neanche un parlamentare dei Cinque stelle. Tutti in Aula, anche durante le lunghe pause, quando solitamente brulicano i capannelli. Neanche un caffè, pur di evitare la buvette zeppa di cronisti. Ecco Danilo Toninelli, col passo lungo: “Quarto? No, guardi non sono io che me ne occupo”.
Imbarazzo, nervosismo. Perché il caso non è chiuso. Il sindaco Rosa Capuozzo resiste. Chiusa nel suo bunker alterna momenti di sconforto a momenti di rabbia. Al momento non molla e per questo, alla Casaleggio associati, si discute di un piano b: “24 ore massimo, poi si passa al modello Gela, con l’espulsione”. Una mossa che lava la coscienza, ma che non toglie il sindaco. Nel senso che, da espulsa, la Capuozzo se ha la fiducia del consiglio può continuare a governare. A Gela, ad esempio, dopo l’espulsione il sindaco ha fatto ricorso in base a una norma dello statuto e ha guadagnato tempo. La via maestra sarebbero le dimissioni dei consiglieri in blocco, ma al momento la mossa non è in discussione.
Il caso ormai è nazionale, non più (e solo) una storiaccia del paese più infiltrato della Campania. L’intercettazione in cui esce il nome di Roberto Fico (leggi qui l'intercettazione) fa vibrare i nervi dei grillini già tesi in questi giorni: “Chiamatemi l’avvocato – sbotta il presidente della vigilanza appena la legge - che voglio annunciare una querela”. Dopo una veloce riunione con l’avvocato, Fico dirama una nota: “Sono pronto a denunciare chiunque arbitrariamente manipolerà il contenuto di conversazioni telefoniche per farne false interpretazioni al fine di gettare fango sulle persone oneste”. 
La precisazione, accade sempre, rilancia tutti gli interrogativi. Perché Fico fa sapere che, nella telefonata in questione del 16 dicembre, ha detto “Andate avanti e cercate di lavorare tranquillamente”. Il che significa che da Quarto qualche grido di dolore, o lamentela era arrivato a Roma. Il sindaco era sotto pressione, si sentiva ricattata, evidentemente qualcuno dei suoi ha parlato coi vertici per investirlo della questione. Il che significa che il caso, nel direttorio, era arrivato prima dell’inchiesta, nei termini che chiarirà l’annunciata valanga di intercettazioni. Solo per dilettantismo i vertici non ci hanno messo mano? O c’è altro? Sapevano che il sindaco era sotto ricatto e non aveva intenzione di denunciare colui che la ricattava e poi è stato espulso da movimento? In queste ore nel tribunale di Napoli girano parecchi cronisti di giudiziaria certi che troveranno qualche telefonata tra De Robbio, il presunto mediatore coi clan e i vertici dei Cinque Stelle. In particolare – questa è la voce che gira – con Di Maio.
Si spiega anche con queste paure l’atteggiamento paranoico di queste ore. Il deserto in Parlamento ma soprattutto il rapporto coi media. Di Maio sarà a Ballarò, ma senza contraddittorio. In altre trasmissioni chi tratta gli ospiti su indicazione della Casaleggio associati fa sapere quali sono i giornalisti sgraditi. Su Quarto i grandi moralizzatori si sentono davvero in trincea. Rispetto ai rifiuti di Livorno, alle questioni ambientali di Gela, ai dissidi su Parma questo capitolo ha una peculiarità. Arriva nel cuore del direttorio, dove già nei mesi scorsi si è consumata una tensione proprio tra Di Maio e Fico su come gestire il caso. Sul blog di Beppe Grillo è iniziata la controffensiva, con l’ex comico che dedicherà un post al giorno ai sindaci discussi e discutibili degli altri partiti e, come primo caso, ha iniziato con Brescello, il paesino che fu di Don Camillo e Peppone. Intanto a Quarto i carabinieri hanno finito le perquisizioni a casa del sindaco e al Comune. E la Capuozzo è ancora sindaco del Movimento Cinque stelle.

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