M5s, Quarto e quel vulnerabile sistema di candidature
L'ombra del voto di scambio. Il sindaco Capuozzo in bilico. La vicenda accende i riflettori sul reclutamento degli eletti. Gli anticorpi della Rete forse non bastano.
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11 Gennaio 2016
Rosa Capuozzo, il sindaco M5s di Quarto.
Dimissioni sì, dimissioni no.
A Quarto, Comune del Napoletano tornato nel mirino della procura per l'ipotesi di voto di scambio, continua il braccio di ferro tra il sindaco del Movimento 5 stelle Rosa Capuozzo e il blog, cioè il duo Beppe Grillo & Gianroberto Casaleggio.
CHIESTO IL PASSO INDIETRO.In un comunicato a firma M5s si legge: «La strada dell’onestà ha un prezzo. Il prezzo è dover essere, sempre, senza eccezione alcuna, al di sopra di ogni sospetto».
Quindi? «Per farlo occorre marcare le differenze fra noi e chi ha governato finora in modo netto».
E ancora: «Per questa ragione chiediamo con fermezza a Rosa Capuozzo di dimettersi e di far tornare a elezioni Quarto».
CAPUZZO «STRAVOLTA». Capuozzo, descritta «stravolta» dalla pressione mediatica e del Movimento, dal canto suo ancora non ha deciso.
Anche se meno di 24 ore fa dichiarava: «Non ho nessuna intenzione di dimettermi, non ho preso in considerazione le dimissioni perché non ci sono i motivi».
Tutto questo mentre i carabinieri perquisivano sia la sua abitazione sia gli uffici del municipio.
«CONDOTTA POCO LINEARE». «Se da una parte non appare allo stato indagata assumendo peraltro la veste di persona offesa rispetto al reato di tentata estorsione», ha scritto il pm Henry John Woodcock nel decreto di perquisizione, «ha tuttavia tenuto una condotta poco lineare e sicuramente da approfondire».
QUESTIONE DI COERENZA. Vero è che il Movimento-censore, lo stesso che invocò a più riprese le dimissioni dell'ex sindaco di Roma Ignazio Marino per i fatti di Mafia Capitale, non può certo dare prova di incoerenza proprio sul suo cavallo di battaglia: l'onestà e la 'superiorità morale' rispetto alla politica tradizionale.
Con buona pace di Ferdinando Imposimato - ex quirinabile M5s - che aveva difeso Capuozzo persino dalle accuse di Roberto Saviano pronto a scrivere la parola «fallimento» sulla cosiddetta rivoluzione grillina in Campania.
A Quarto, Comune del Napoletano tornato nel mirino della procura per l'ipotesi di voto di scambio, continua il braccio di ferro tra il sindaco del Movimento 5 stelle Rosa Capuozzo e il blog, cioè il duo Beppe Grillo & Gianroberto Casaleggio.
CHIESTO IL PASSO INDIETRO.In un comunicato a firma M5s si legge: «La strada dell’onestà ha un prezzo. Il prezzo è dover essere, sempre, senza eccezione alcuna, al di sopra di ogni sospetto».
Quindi? «Per farlo occorre marcare le differenze fra noi e chi ha governato finora in modo netto».
E ancora: «Per questa ragione chiediamo con fermezza a Rosa Capuozzo di dimettersi e di far tornare a elezioni Quarto».
CAPUZZO «STRAVOLTA». Capuozzo, descritta «stravolta» dalla pressione mediatica e del Movimento, dal canto suo ancora non ha deciso.
Anche se meno di 24 ore fa dichiarava: «Non ho nessuna intenzione di dimettermi, non ho preso in considerazione le dimissioni perché non ci sono i motivi».
Tutto questo mentre i carabinieri perquisivano sia la sua abitazione sia gli uffici del municipio.
«CONDOTTA POCO LINEARE». «Se da una parte non appare allo stato indagata assumendo peraltro la veste di persona offesa rispetto al reato di tentata estorsione», ha scritto il pm Henry John Woodcock nel decreto di perquisizione, «ha tuttavia tenuto una condotta poco lineare e sicuramente da approfondire».
QUESTIONE DI COERENZA. Vero è che il Movimento-censore, lo stesso che invocò a più riprese le dimissioni dell'ex sindaco di Roma Ignazio Marino per i fatti di Mafia Capitale, non può certo dare prova di incoerenza proprio sul suo cavallo di battaglia: l'onestà e la 'superiorità morale' rispetto alla politica tradizionale.
Con buona pace di Ferdinando Imposimato - ex quirinabile M5s - che aveva difeso Capuozzo persino dalle accuse di Roberto Saviano pronto a scrivere la parola «fallimento» sulla cosiddetta rivoluzione grillina in Campania.
Le infiltrazioni e la «vulnerabilità» del M5s
(© Ansa) Giovanni De Robbio (a sinistra con barba, polo rossa e borsone a tracolla) partecipa alla campagna elettorale di Quarto (Napoli) a sostegno del sindaco Rosa Capuozzo accompagnata anche da Roberto Fico e Luigi Di Maio.
A parte le polemiche, soprattutto col Partito democratico alle prese con la condanna dell'ex assessore romano Daniele Ozzimo nell'ambito di Mafia Capitale, Quarto mostra però la «vulnerabilità» del sistema di candidature dei pentastellati.
Un sistema «a doppio binario», come spiega a Lettera43.it il 'portavoce' alla Camera Girolamo Pisano, che vede da un lato la «partecipazione allargata» e dall'altro «la necessità di controllo degli eletti».
SISTEMA A RISCHIO. Già in occasione delle Regionali del 2014 Pisano aveva lanciato l'allarme.
«Senza un filtro fatto di conoscenza del territorio, rapporti, lavoro comune, nessuno può garantirti che una persona con la fedina penale pulita non sia invece un malintenzionato», affermava al quotidiano la Repubblica.
Un capo camorrista, era il ragionamento, potrebbe fare iscrivere familiari e amici al blog candidando «qualcuno gestendo direttamente i voti sul portale. È un meccanismo facilissimo da infiltrare».
E Grillo e Casaleggio? Ne resterebbero all'oscuro, non avendo di fatto il controllo del territorio.
VICOLO CIECO. Un meccanismo che non mette il Movimento al sicuro nemmeno da 'infilitrati' di altri partiti, ribadisce il deputato a Lettera43.it.
E che potrebbe essere risolto «delegando più poteri agli eletti», continua Pisano, «entrando però in contrasto con la volontà del blog che non concepisce nessuna struttura intermedia a livello regionale e territoriale perché contraria alla partecipazione diffusa». Almeno ufficialmente.
LA RETE NON BASTA. Vero, c'è sempre il controllo dell'onnipresente Rete.
«Gli eletti sono tenuti sotto osservazione», assicura.
E, in caso di comportamento difforme dal regolamento, ci si augura giungano segnalazioni e quindi espulsioni.
Procedimento che nel caso del consigliere dimissionario Giovanni De Robbio, primo degli eletti a Quarto con 800 voti, si è messo in moto dopo che il sindaco era stato sentito in procura ed è stato motivato da «comportamenti palesemente non conformi al programma», si legge nel blog di Grillo, «una decina di giorni prima che ricevesse l'avviso di garanzia».
Un sistema «a doppio binario», come spiega a Lettera43.it il 'portavoce' alla Camera Girolamo Pisano, che vede da un lato la «partecipazione allargata» e dall'altro «la necessità di controllo degli eletti».
SISTEMA A RISCHIO. Già in occasione delle Regionali del 2014 Pisano aveva lanciato l'allarme.
«Senza un filtro fatto di conoscenza del territorio, rapporti, lavoro comune, nessuno può garantirti che una persona con la fedina penale pulita non sia invece un malintenzionato», affermava al quotidiano la Repubblica.
Un capo camorrista, era il ragionamento, potrebbe fare iscrivere familiari e amici al blog candidando «qualcuno gestendo direttamente i voti sul portale. È un meccanismo facilissimo da infiltrare».
E Grillo e Casaleggio? Ne resterebbero all'oscuro, non avendo di fatto il controllo del territorio.
VICOLO CIECO. Un meccanismo che non mette il Movimento al sicuro nemmeno da 'infilitrati' di altri partiti, ribadisce il deputato a Lettera43.it.
E che potrebbe essere risolto «delegando più poteri agli eletti», continua Pisano, «entrando però in contrasto con la volontà del blog che non concepisce nessuna struttura intermedia a livello regionale e territoriale perché contraria alla partecipazione diffusa». Almeno ufficialmente.
LA RETE NON BASTA. Vero, c'è sempre il controllo dell'onnipresente Rete.
«Gli eletti sono tenuti sotto osservazione», assicura.
E, in caso di comportamento difforme dal regolamento, ci si augura giungano segnalazioni e quindi espulsioni.
Procedimento che nel caso del consigliere dimissionario Giovanni De Robbio, primo degli eletti a Quarto con 800 voti, si è messo in moto dopo che il sindaco era stato sentito in procura ed è stato motivato da «comportamenti palesemente non conformi al programma», si legge nel blog di Grillo, «una decina di giorni prima che ricevesse l'avviso di garanzia».
Il sindaco: «Finire in galera per colpa di qualcun altro è inaccettabile»
(© Ansa) Il Comune di Quarto nel Napoletano.
Capuozzo, che in un primo momento aveva dichiarato di essere stata minacciata dal consigliere salvo poi cambiare versione (nel caso infatti sarebbe stata tenuta a denunciare l'accaduto, cosa che non ha fatto), ora sembra non avere alternative: il blog ha sempre l'ultima parola.
«NON CE LA FACCIO PIÙ». «Io non ce la faccio più, è finita», si sfogava al telefono il 16 dicembre 2015 con il capogruppo M5s in Comune Alessandro Nicolais (che non risulta indagato, ma la cui abitazione è stata perquisita la mattina dell'11 gennaio).
«Io posso reggere qualsiasi cosa, ma non finire in galera per colpa di qualcun altro. È inaccettabile».
E sollecitava una presa di posizione politica, «altrimenti me ne vado».
Nicolais cercava di rassicurarla: «Mi ha risposto Fico 10 minuti fa, mi ha scritto: 'Andate avanti tranquilli. Quanto prima verrò'».
«MINACCE PER QUALSIASI COSA». «Io», rispondeva poi Capuozzo, «ho lottato per le minacce per la casa; ho detto: ma smantellate questa cazzo di casa (riferendosi alle vicende relative alle presunte irregolarità edilizie relative alla casa di proprietà della famiglia del marito, ndr). Non faccio un passo indietro. Ho subito minacce per qualsiasi cosa».
A dirla tutta, Roberto Fico tirato in ballo da Nicolais si è affrettato a smentire su Facebook. «Leggo di un mio invito fatto al sindaco di Quarto di ‘andare avanti tranquillamente’ risalente allo scorso 16 dicembre», ha scritto il grillino. «Tutto ciò è palesemente falso, fuorviante e costruito ad arte. Il messaggio a cui si fa riferimento nell’intercettazione pubblicata è stato inviato da me al consigliere Nicolais che chiedeva spiegazioni sulla cacciata di De Robbio. Il mio messaggio diceva, testualmente: ‘Andate avanti e cercate di lavorare tranquillamente’. Non dovevo essere certamente io a spiegare come stavano le cose. Sono pronto a denunciare chiunque arbitrariamente manipolerà il contenuto di conversazioni telefoniche per farne false interpretazioni al fine di gettare fango sulle persone oneste».
DIMISSIONI INEVITABILI? Detto questo, è giusto che faccia un passo indietro e restituisca la fascia tricolore?
«Sì e no», dice Pisano non nascondendo la contraddizione.
«Sì, perché dobbiamo dare un forte segnale di cambiamento», spiega.
Il solo sospetto di inquinamento del voto, insomma, deve essere stroncato sul nascere. Anche se «Rosa è estranea ai fatti così come è pulita la lista M5s», sottolinea subito dopo. Per questo «può ripresentarsi al voto senza paura», e a testa alta.
Senza dimenticare, però, che la vera sfida per il M5s è la tornata delle Amministrative 2016 che riguardano più di 1.200 Comuni.
E mentre il vice sindaco Andrea Perotti garantisce che no, «Grillo non ha scaricato il sindaco, le ha consigliato di dare le dimissioni, ma sicuramente ne parlerà con lei direttamente», ci si chiede se al prossimo giro basteranno gli anticorpi.
«NON CE LA FACCIO PIÙ». «Io non ce la faccio più, è finita», si sfogava al telefono il 16 dicembre 2015 con il capogruppo M5s in Comune Alessandro Nicolais (che non risulta indagato, ma la cui abitazione è stata perquisita la mattina dell'11 gennaio).
«Io posso reggere qualsiasi cosa, ma non finire in galera per colpa di qualcun altro. È inaccettabile».
E sollecitava una presa di posizione politica, «altrimenti me ne vado».
Nicolais cercava di rassicurarla: «Mi ha risposto Fico 10 minuti fa, mi ha scritto: 'Andate avanti tranquilli. Quanto prima verrò'».
«MINACCE PER QUALSIASI COSA». «Io», rispondeva poi Capuozzo, «ho lottato per le minacce per la casa; ho detto: ma smantellate questa cazzo di casa (riferendosi alle vicende relative alle presunte irregolarità edilizie relative alla casa di proprietà della famiglia del marito, ndr). Non faccio un passo indietro. Ho subito minacce per qualsiasi cosa».
A dirla tutta, Roberto Fico tirato in ballo da Nicolais si è affrettato a smentire su Facebook. «Leggo di un mio invito fatto al sindaco di Quarto di ‘andare avanti tranquillamente’ risalente allo scorso 16 dicembre», ha scritto il grillino. «Tutto ciò è palesemente falso, fuorviante e costruito ad arte. Il messaggio a cui si fa riferimento nell’intercettazione pubblicata è stato inviato da me al consigliere Nicolais che chiedeva spiegazioni sulla cacciata di De Robbio. Il mio messaggio diceva, testualmente: ‘Andate avanti e cercate di lavorare tranquillamente’. Non dovevo essere certamente io a spiegare come stavano le cose. Sono pronto a denunciare chiunque arbitrariamente manipolerà il contenuto di conversazioni telefoniche per farne false interpretazioni al fine di gettare fango sulle persone oneste».
DIMISSIONI INEVITABILI? Detto questo, è giusto che faccia un passo indietro e restituisca la fascia tricolore?
«Sì e no», dice Pisano non nascondendo la contraddizione.
«Sì, perché dobbiamo dare un forte segnale di cambiamento», spiega.
Il solo sospetto di inquinamento del voto, insomma, deve essere stroncato sul nascere. Anche se «Rosa è estranea ai fatti così come è pulita la lista M5s», sottolinea subito dopo. Per questo «può ripresentarsi al voto senza paura», e a testa alta.
Senza dimenticare, però, che la vera sfida per il M5s è la tornata delle Amministrative 2016 che riguardano più di 1.200 Comuni.
E mentre il vice sindaco Andrea Perotti garantisce che no, «Grillo non ha scaricato il sindaco, le ha consigliato di dare le dimissioni, ma sicuramente ne parlerà con lei direttamente», ci si chiede se al prossimo giro basteranno gli anticorpi.
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