Puddu-Il caso sulla mancata trasparenza del Comune di Assemini, guidato dal sindaco grillino Mario Puddu, denunciato durante l’ultimo consiglio comunale, ha destato non poche reazioni che pongono dubbi, domande e perplessità non solo sulla denunciata mancanza di funzione di controllo del Sindaco, del Presidente del consiglio e del segretario comunali, ma soprattutto sulle effettive responsabilità dei funzionari che hanno negato l’accesso agli atti ad alcuni consiglieri di minoranza.

Se sono passati 206 giorni per un accesso agli atti che ne prevede al massimo 30, per il consigliere Casula, peggio è andata per il gruppo consigliare Assemini Libera, che, dopo svariati tentativi, ha infine ricorso agli strumenti che la legge mette a disposizione per ottenere i documenti, fino ad oggi, negati.” In verità noi siamo gli unici consiglieri che hanno denunciato – dichiara la consigliera Irene Piras (Assemini Libera), con due esposti al prefetto, indicando i nomi dei funzionari con le loro responsabilità. Abbiamo fatto varie richieste d’accesso in atto. Stiamo guardando e prendendo nota. Ci incuriosisce vedere cosa farà il resto dell’ opposizione” – conclude Piras.

Il diritto di accesso di cui il consigliere comunale e provinciale è titolare oltre che dalla Legge 241/90 è assicurato e rinforzato dalla norma speciale di cui all’art. 43 c. 2 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267. Per non parlare degli artt. 27 e 28 del Regolamento del Comune di Assemini approvato il 7.4.2011 e modificato il 17.10.2011 e il 18.3.2014.

accesso-atti-comune-assemini-matteoderricoNasce spontanea la domanda: posto che la minoranza abbia a propria disposizione gli strumenti che deliberatamente scegli di non usare, perché, davanti ad un presunto abuso, se la prende solo con chi non controlla e non con chi abuserebbe del proprio potere? La legge impone che nessun ufficio debba fare ostruzionismo. Cambia la giunta e gli uffici, accusati di essere “politicizzati”, smettono di lavorare? No. È la legge, infatti, che individua chiaramente i doveri del proprio funzionario che deve eseguire comunque il proprio lavoro (anche se vi è controllo politico). I consiglieri comunali – dichiara la consigliera Carla Marras –“ svolgono il loro ruolo in molteplici attività. Ognuno di noi ha concentrato le proprie energia su ambiti differenti: con le battaglie in consiglio comunale; denunciando atti illegittimi al comitato di controllo regionale, come nel caso di Eurospin, appalto di igiene urbana e bilancio di previsione; o ancora rivolgendosi al prefetto per la mancata risposta alle interrogazioni da parte del sindaco e della giunta. La mancata trasparenza è solo un aspetto. Anche io, per ottenere gli atti ho dovuto spesso fare la voce grossa e qualche funzionario ha creduto di poter fare e decidere il bello e cattivo tempo. Non si è mai verificato, con le precedenti amministrazioni, che gli atti non venissero consegnati ai consiglieri per tempo, questo è il segno evidente che allo stato attuale, la linea politica non è dettata dal Sindaco oppure questi non la indirizza nel senso di assicurare la trasparenza. Abbiamo spesso lamentato che le deliberazione di giunta di approvazione dei progetti sono pubblicate senza gli allegati, ma anche su questo punto le nostre richieste sono rimaste inascoltate. Alcuni consiglieri comunali sono stati portati a denunciare le lesioni patite al loro diritto di accesso e tutta la minoranza ha criticato il malcostume che si sta creando in qualche ufficio. Una buona opposizione si distingue quando si concentra su una moltitudine di aspetti: ogni consigliere sceglie i suoi, secondo le sue corde, la sua sensibilità e le sue capacità intellettuali ed anche economiche. La mancata trasparenza è solo una delle tante problematiche che interessano il nostro comune, la più immediata e facile da comprendere anche per l’uomo della strada. Purtroppo non mancano – conclude Carla Marras – le occasioni per occuparci di sperpero di denaro pubblico, di inefficienze e disservizi, di disparità di trattamento fra i cittadini, e molto altro ancora.”

L’accesso agli atti dell’Amministrazione non dovrebbe mai essere ritenuto “offensivo”, piuttosto impedirlo risulta un atto di violazione ai diritti previsti dalla normativa vigente e dal regolamento del Comune di Assemini. Sulla responsabilità di tali condotte non spetta al consiglio comunale pronunciarsi, ma solo alla Legge.

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Fonte: Veronica Matta per Cagliari Globalist