lunedì 28 dicembre 2015

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Grillo manipola i dati sullo smog. Parla l’autore dello studio

M5S
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Ecco la bufala del blog di Grillo sui morti per inquinamento. Il professor Blangiardo smentisce la lettura del comico genovese 
Da quando Beppe Grillo ha scritto sul blog un post dal titolo “Morti di guerra in tempo di pace”. “Il 2015 si chiuderà secondo l’Istat con 68.000 morti in più rispetto al 2014″ è esploso il caso politico di fine anno: l’inquinamento è secondo Grillo colpa di Renzi, o di Pisapia definito ‘simpaticamente’ Pisapippa.
Nel giro di poche ore anche il segretario della Lega Nord Matteo Salvini salta sul carro dell’attacco puramente strumentale e twitta “Bloccare le auto non serve a nulla. Fossi sindaco mi occuperei di controllare le caldaie e di comprare autobus che inquinino meno”.
Peccato, però, l’autore dello studio a cui Beppe Grillo fa riferimento, il professor Giancarlo Blangiardo, docente di demografia presso l’Università di Milano Bicocca, smentisce la lettura che viene fatta del suo studio e sostiene invece che l’incremento delle morti siano causate da un mix di motivazioni, prima fra tutte l’invecchiamento della popolazione.
Nel suo studio infatti Blangiardo scrive: “Come si giustifica un rialzo della mortalità di queste dimensioni? E’ solo la naturale conseguenza del progressivo marcato invecchiamento della popolazione italiana o è (anche) un segnale di allarme? Il sistema socio-sanitario, che finora ha permesso un continuo allungamento della vita anche alle età anziane, inizia forse a subire gli effetti di una congiuntura economica meno favorevole? In altre parole ci chiediamo se i tagli alla sanità pubblica, dovuti alla crisi, abbiano accresciuto nel corrente anno il rischio di mortalità nei gruppi tipicamente più fragili: i vecchi”.
Addirittura il professore, intervistato dal Mattino, dichiara che non sapeva nulla del post incriminato e definisce “un’orrenda pratica quella di giocare con i numeri, tra l’altro molto diffusa in politica”.
Poi aggiunge: “Il dovere di noi studiosi è informare in modo corretto” perché “chi ha il potere di intervenire possa farlo”. Infine il professore si toglie un sassolino dalla scarpa: “Se c’è chi manipola i dati ad arte per finalità partitiche davvero non so che dire”.

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