Le Iene e le pensioni-scandalo dei sindacalisti
Italiauno spiega come sia possibile sfruttare una legge per assicurarsi un ricco vitalizio alle spalle dei contribuenti (e con un solo mese di "lavoro")
update 23/11/2015: in seguito a questo servizio la guardia di finanza avrebbe indagato 7 persone, fra cui la professoressa protagonista.
Secondo quanto emerso nel corso dell’intervista con Nadia Toffa la Guardia di Finanza ha spiegato che il meccanismo garantito dalla legge 564-96 che prevede la possibilità di una doppia pensione per coloro che teoricamente ne hanno diritto cumulando con un solo stipendio un’intera carriera lavorativa. Secondo le indagini della Guardia di Finanza la protagonista di questa storia avrebbe versato 12.000 euro di contributi per ottenerne 20.000 l’anno di pensione integrativa. Inoltre è emerso che la donna non era stata assunta, non ci sono prove di contratti e neanche prove di stipendi. Secondo la GdF nella provincia di Brescia sono sette le persone coinvolte in questo meccanismo che ha portato a un sequestro cautelativo di 600.000 euro. Nadia Toffa chiude il servizio chiedendosi: se sette persone hanno avuto un sequestro cautelativo di 600.000 alla Snals di Brescia quanti casi simili potremmo avere in Italia? E quante persone si sono macchiate del reato di truffa ai danni dello Stato?
Un’ex professoressa, in pensione dal 2011, oltre al suo legittimo assegno Inpsriceve una pensione integrativa da sindacalista Snals senza però aver mai svolto l’attività di sindacalista. È il caso affrontato ieri dalla trasmissione di Italiauno Le Iene in un servizio della giornalista Nadia Toffa, la quale, per far luce sulla vicenda, ha raggiunto la segreteria generale di Roma dell’associazione dei lavoratori.
LA DIPENDENTE CHE NESSUNO CONOSCE – A confermare i sospetti che l’ex insegnante non sia mai stata nemmeno vista nella sede dell’ente presso il quale avrebbe dovuto prestare servizio sono stati innannzitutto gli attuali dipendenti. «Non c’è e non c’è mai stata», «Qua non ha mai lavorato», «In 5 o 6 anni non l’ho mai sentita nominare», hanno risposto le persone intervistate da Le Iene nella segreteria generale dello Snals davanti ad una telecamera nascosta. E risposte identiche gli inviati di Italiauno hanno ricevuto anche dai dipendenti della segreteria provinciale di Roma e in quella di Brescia, dove la signora risiede. Ovviamente è diverso il parere della diretta interessata. Avvicinata in strada da Nadia Toffa, la signora ha infatti ripetuto di aver normalmente lavorato al sindacato. «Ho lavorato», «Mi conoscono perfettamente», ha affermato l’ex professoressa all’inviata de Le Iene.
LA PENSIONE DA 1.500 EURO CON POCHI MESI DI CONTRIBUTI – In realtà, a quanto risulta ai giornalisti di Italiauno, la realtà è un po’ diversa. Oltre a non essere stata mai vista nelle sedi dello Snals, la presunta sindacalista avrebbe lavorato (ma solo in teoria) per l’associazione dei lavoratori solo per un anno, appena prima di andare in pensione, e avrebbe percepito in quel periodo uno stipendio di circa 2mila euro. Oltretutto, pur avendo prestato servizio solo per pochi mesi, l’ex insegnante percepisce una pensione integrativa come se quello stipendio di 2mila euro fosse stato ottenuto per un’intera carriera. «Che uno comincia a fare il sindacalista un anno prima di andare in pensione mi sembra veramente assurdo», ha speigato a Le Iene Alessandro Calabrese, ex membro segreteria nazionale Snals. «Sicuramente ha avuto un incremento di pensione perché – ha poi spiegato un consulente del lavoro – la base per il calcolo della sua pensione è costituito dall’ultimo mese di stipendio che lei ha percepito. Pur percependo le somme per un mese soltanto è come se la retribuzione fosse stata percepita per l’intera pregressa attività lavorativa». «2mila euro al mese posso rappresentare circa 19mila euro all’anno di maggior pensione, circa 1.500 euro al mese».
IL SEGRETARIO GENERALE SMENTISCE – Raggiunto dalle Iene, il segretario generale Snals, il professor Marco Nigi, smentisce la versione de Le Iene. Difende la posizione dell’ex insegnante, dicendo che è impossibile non la conosca nessuno nelle sedi del sindacato. Poi risponde alle accuse di essere stato anche lui un privilegiato, avendo percepito negli ultimi 8 mesi prima di andare in pensione una retribuzione di sindacalista da 8mila euro. «Questa è una società privata quindi lei non ha nessun diritto!», dice a Nadia Toffa. Prima ancora si era appellato alla legge che consente ai sindacalisti di integrare il proprio assegno Inps sulla base dei contributi dell’ultimo anno, ricordando che la pensione può aumentare anche percependo uno stipendio per un solo mese. «Faccia ricorso contro la legge!» (la n. 564/96).
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