“Io voglio ospitare i migranti a casa mia”
In Emilia Romagna dove non arriva lo stato i cittadini si mettono a disposizione: comuni, singoli residenti e associazioni cattoliche e non fanno la loro parte
Migranti, i cittadini che li accolgono a casa loro ci sono, eccome: lontano dalla retorica delle forze politiche che chiedono, retoricamente, se qualcuno degli italiani che difende i migranti sarebbe disposto a portarseli a casa, ecco gli abitanti delle città e dei piccoli centri, le associazioni e i comuni che si rendono disponibili per ospitare chi dieci, chi uno, chi più migranti in arrivo dai luoghi più disparati del mondo.
MIGRANTI, I CITTADINI CHE LI ACCOLGONO A CASA LORO
Succede fra l’Emilia Romagna e le Marche, e le notizie finiscono sulla stampa locale. Il Resto del Carlino ci racconta quali sono i paesi in cui i cittadini hanno dato la disponibilità per accogliere migranti e richiedenti asilo.
Accade in una frazione del comune di Mercato Saraceno che – su sollecitazione della Prefettura e della Regione Emilia-Romagna – si sta organizzando per un’eventuale ospitalità di migranti e dove, nel contesto, un cittadino della frazione Ciola, dopo aver letto che il Comune non dispone di strutture idonee e fruibili, si è reso disponibile ad offrire gli spazi di una sua casa in collina per i profughi. Di questi ne sono giunti, l’altro ieri una decina che sono stati dislocati a Forlì (due persone), a Cesenatico (due persone) ed altri sei a Cesena, presso la struttura Arci, in località Oriola
Fra la Riviera Romagnola, dunque, e le valli più interne del cesenate, saranno sistemati e dislocati i disperati che cercano di guadagnarsi un futuro migliore arrivando sulle nostre coste.
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Nei piccoli centri è poi chiaramente più facile costruire percorsi di condivisione delle scelte con la cittadinanza in grado di prevenire tensioni sociali e preservare la serenità della comunità.
Ognuno nel suo piccolo può fare la sua parte: già la stanno facendo i Comuni di Verghereto, Bagno di Romagna e Cesena, tanto per stare nel comparto valligiano, e questo attraverso percorsi condivisi con la popolazione locale. Un aspetto, quest’ultimo, che intende intraprendere anche l’amministrazione comunale di Mercato Saraceno, intenzionata a programmare incontri pubblici con la cittadinanza per spiegare, nei dettagli, la problematica di questi migranti e per cercare, in un’ottica di condivisione, la soluzione migliore per offrire, eventualmente, ospitalità ai profughi senza creare tensioni o problemi fra la popolazione
Gli sforzi dell’amministrazione comunale vanno ad integrare quelli delle realtà dell’accoglienza cattolica, che di solito è l’unica realtà che provvede a queste iniziative solidaristiche; coordinando gli sforzi della cittadinanza e delle altre realtà dell’accoglienza, il settore pubblico sembra dunque voler riprendere le funzioni che dovrebbero essergli più proprie.
Oltre ai privati, a Mercato Saraceno, si sta interessando al problema pure la Caritas locale (che dal luglio 2006 opera in una sede presso la canonica di San Damiano ma che coinvolge altre parrocchie della zona, come Monte Castello, Mercato Saraceno, Taibo, Cella, Monte Iottone e Ciola) che di recente si è confrontata con l’amministrazione comunale. Nell’incontro è emerso che la stessa Caritas si impegnerà a reperire locali, eventualmente in canoniche dismesse e disabitate, oppure individuare in zona appartamenti in locazione da destinare all’accoglienza dei profughi dei quali, si specifica, al momento non è previsto alcun trasferimento nel territorio di Mercato Saraceno.
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