Critiche del viceparroco durante l’omelia: «Slogan imbarazzanti sui social, non è questa la Stradella solidale che conosco»
«Chi è cristiano non odia i migranti»
STRADELLA «Chi viene in chiesa e riceve la Comunione, poi non può uscire e inneggiare all'odio e alla violenza contro i migranti»: va dritto al cuore della polemica tra vescovi e politici don Cristiano Orezzi, viceparroco di Stradella e coordinatore della consulta comunale del Welfare. Il prete lo ha detto ieri durante l'omelia della messa delle 11. Parole dure, rivolte a coloro che si professano cristiani, ma che poi, sulla vicenda dei profughi, non esitano a mostrarsi intolleranti, arrivando a criticare l'atteggiamento stesso della Chiesa nei confronti degli stranieri arrivati in Italia con i barconi e trasferiti nei centri di accoglienza sparsi per il Paese. La presa di posizione di don Orezzi si aggiunge all'appello, lanciato nei giorni scorsi dal parroco don Pietro Lanati e dal parroco di Broni, don Mario Bonati, contro le tensioni scaturite dall'arrivo dei profughi nel capannone di via Emilia. «In questi giorni ho letto sui social network e ho sentito frasi e slogan imbarazzanti sulla questione – ha aggiunto il sacerdote -. Non è certo questa la Stradella solidale che ho imparato a conoscere in questi anni». E ha concluso: «Gesù ha detto: “Ama il prossimo tuo come te stesso”, ma non ha specificato di che nazionalità dovesse essere il nostro prossimo». Sempre ieri, durante la messa delle 10, anche il parroco don Pietro Lanati, accogliendo un gruppo di venti migranti che ha assistito alla celebrazione domenicale insieme ad un interprete della Croce rossa, ha ribadito come violenza e intolleranza non hanno nulla a che fare con il messaggio cristiano. Di rientro in città, dopo alcuni giorni di vacanza, don Orezzi ha voluto subito visitare insieme ad alcuni collaboratori il centro di via Emilia, portando il saluto della comunità cristiana di Stradella ai migranti ospiti della struttura, e la solidarietà ai volontari della Croce rossa, che stanno gestendo l’accoglienza. Nei prossimi giorni, grazie al Centro caritativo parrocchiale, saranno messi a disposizione dei migranti alcuni generi di vestiario, mentre altre associazioni di volontariato e singoli cittadini stanno dando al centro tutto il necessario per l'accoglienza. Attualmente sono 54 i migranti ospitati nel capannone, tutti tra i 17 e i 30 anni, in attesa del riconoscimento di status di rifugiato politico, ma è probabile che già ad inizio settimana ci saranno nuovi arrivi. La maggior parte di loro è originaria di Bangladesh e Costa d'Avorio, mentre gli ultimi profughi provengono da Somalia, Nigeria e Mali. Oliviero Maggi
Nessun commento:
Posta un commento