'Renzi-Salvini, due facce della stessa medaglia'
Parla il grillino Alessandro Di Battista
"Dopo le europee il Movimento ha passato un brutto momento, ma la bufera è passata. E oggi andiamo avanti con le nostre gambe, cosa di cui Beppe Grillo è felicissimo". Colloquio con il deputato del Movimento 5 Stelle
«La gente ci dice: meno male che ci siete voi a controllare il potere. Ma non siamo più associati al no». Alessandro Di Battista, 37 anni, il più mediatico dei deputati 5 Stelle, ai primi posti nei sondaggi come possibile candidato sindaco di Roma, racconta la svolta “governista” del Movimento.
Di Battista, un anno fa, di questi tempi, dopo la sconfitta alle europee, Grillo era depresso, Casaleggio lontano e voi spaccati...
«È stato un periodo terribile. Sentivamo una pressione pesante. Alcuni avevano paura che tutto potesse rompersi. Beppe e Gianroberto no, mai. L’albero aveva le radici robuste e la bufera è passata».
Qual è stato il momento della svolta?
«La marcia Perugia-Assisi sul reddito di cittadinanza. La scelta del direttorio ha fatto capire all’esterno che il movimento non è solo Grillo. Le amministrative e le regionali sono state le prime senza di lui. Abbiamo capito che dovevamo smettere di discutere sulle divisioni interne. Ora quando andiamo in tv nessuno ci chiede di espulsioni e dissidenti. Si parla di noi in modo positivo».
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Non era vero allora che i giornalisti cattivi ce l’avevano con voi per pregiudizio...
«È cambiata l’aria. Siamo visti con maggiore rispetto. Forse perché si pensa che potremmo andare al governo. Forse perché quando siamo presenti facciamo buoni ascolti, con le trasmissioni abbiamo un potere contrattuale più alto».
Chiedete anche voi l’intervistatore su misura e l’avversario di comodo?
«No, anzi, mi risulta che a volte sono gli altri che non vogliono venire se c’è uno di noi... Per noi andare in tv era come esordire in campionato giocando contro il Real Madrid al Bernabeu. Ora ci siamo allenati e facciamo bella figura».
Lei è considerato tra i più telegenici, e anche tra i più auto-compiaciuti: si rivede spesso?
«Non ho neppure la tv in casa! Vedo qualcosa sul tablet...».
In più, avete piazzato un consigliere Rai: Carlo Freccero.
«La decisione l’hanno presa Fico e i parlamentari della commissione di vigilanza. La sintesi migliore: abbiamo votato una personalità competente che non fa parte del movimento. Nessuno potrà dire che abbiamo lottizzato».
Il metodo Freccero si può replicare? Sui candidati sindaci sceglierete il più competitivo o un esterno in grado di vincere?
«Il mio sogno è che M5S sia votato per le sue idee, per i programmi più che per la mediaticità dei suoi candidati...».
Risposta standard. Ma tutti sanno che a Roma vince Di Battista, non uno sconosciuto. Lo stesso vale per Di Maio o per Fico a Napoli. Altrimenti viene il dubbio che in realtà non vogliate governare...
«Non ho nessuna intenzione di correre per il Campidoglio. E lo stesso faranno Luigi e Roberto a Napoli. Violeremmo le nostre regole e finiremmo come il Pd, dove tutti si candidano a tutto come trampolino per successivi incarichi. Per noi è fondamentale dimostrare che siamo una forza di governo. Ovunque troveremo nomi competivi per le città. E puntiamo a conquistare la Sicilia».
È l’anticipo della sfida a Renzi?
«Oggi ci sono solo due partiti. Il partito del Sistema di Renzi e il partito che vuole cambiare il Sistema: noi».
Dimentica Salvini...
«Renzi e Salvini sono due facce della stessa medaglia, si vogliono bene e tutti e due odiano noi che roviniamo il gioco».
Intanto sugli immigrati Grillo ha scavalcato a destra la Lega.
«Destra e sinistra non esistono più. Su alcune questioni, come il riconoscimento della Palestina, siamo apprezzati da un elettorato storicamente di sinistra. E Di Maio e Carla Ruocco dialogano con elettori liberali cui piace, ad esempio, che in Sicilia costruiamo una strada con i soldi nostri, senza chiedere allo Stato».
Tutto concordato con Grillo? O prima o poi vi toglierà il gioco dalle mani?
«Beppe è felicissimo di quanto sta succedendo. Ha fondato un movimento che va avanti con le sue gambe. Quando scrivete allo stesso modo di Renzi, Salvini e Grillo c’è qualcosa che stride con la crescita del movimento. Gli altri sono un partito personale, noi no».
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