Siccità, scongiurato (per ora) il razionamento dell’acqua
Lo spettro dell’acqua razionata incombe ancora sulla Capitale. Da mezzanotte tra le ipotesi in campo resta quella della turnazione
Niente razionamento dell’acqua a Roma. Il piano paventato dall’Acea (città divisa in due macroaree, ciascuna con uno stop di 8 ore consecutive dell’erogazione idrica) per il momento torna nel cassetto: in due conferenze stampa distinte il governatore Zingaretti e il ministro Galletti annunciano l’intesa, l’Acea potrà continuare a prelevare acqua dal lago di Bracciano agonizzante, anche se in quantità minore e progressivamente sempre meno (per l’esattezza 400 litri al secondo fino al 10 agosto e 200 litri al secondo dall’11 agosto), fino allo stop totale il primo settembre.
La sindaca Raggi, pochi minuti prima delle due conferenze stampa, aveva a sua volta incontrato d’urgenza i giornalisti per ribadire il suo appello al governo per intervenire e sospendere la captazione dal lago, per evitare la chiusura dei rubinetti.
“Evitata una figuraccia internazionale”, ammette Galletti. “Acea e Comune facciano quello che spetta loro: interventi di manutenzione della rete e nuove infrastrutture. Non si puo’ piu’ perdere tempo”, ammonisce il ministro.
Ma la vicenda lascia strascichi pesanti: la sindaca dice che il Comune ha fatto tutto quello che poteva, chiamando in causa Palazzo Chigi e Regione (“Ciascuno di noi ha fatto la propria parte adesso il governo e la Regione devono fare la loro, si devono assumere la loro responsabilità perchè non possono tagliare l’acqua a 1,5 milioni di romani”), mentre Zingaretti dal canto suo attacca: “Virginia Raggi è anche azionista di maggioranza di Acea e sindaco della Città metropolitana: dalle sue dichiarazioni delle ultime ore c’è la conferma che è troppo abituata a scaricare le responsabilità su altri e a non assumersi mai le proprie”.
Oggi Nicola Zingaretti, sulla crisi idrica del lago di Bracciano aveva spiegato: “Stiamo cercando con il governo una possibile soluzione per porre rimedio a un danno e a una situazione drammatica non creata da noi, ma che noi abbiamo denunciato, segnalato e sulla quale il tribunale delle acque ci ha dato ragione.”
“E’ intollerabile che Roma venga privata dell’acqua – ha invece scritto la sindaca Raggi in una nota – è un danno enorme per i cittadini, per le attività economiche e commerciali. E’ un danno di immagine per tutta l’Italia. Ma sono preoccupata soprattutto per la fornitura di acqua ad ospedali, case di cura, strutture sanitarie e, non ultimo, per l’approvvigionamento ai Vigili del Fuoco che in un periodo come questo risulta di fondamentale importanza. Il Governo intervenga subito con gli strumenti che ha a disposizione”.
Di sicuro ora c’è il piano di chiusura temporanea delle fontanelle pubbliche della cittàelaborato dalla società come una delle misure per far fronte alla crisi idrica. Fino ad ora sono stati chiusi oltre duecento nasoni e si andrà avanti, forse intensificando il ritmo ma senza però arrivare a chiuderli tutti.
Nell’hinterland della Capitale la misura dell’acqua razionata è invece già una realtà che interessa più di venti comuni in diversa maniera: tutti i giorni o un giorno sì e uno no; ad aree alternate o in singole strade.
Intanto Acea vede aprirsi anche il fronte giudiziario. I carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) della capitale, su mandato della procura di Civitavecchia, hanno perquisito la sede dell’azienda idrico-elettrica in cerca di documenti sulle cosiddette captazioni dal lago. Zingaretti su questo non fa sconti e ha commentato: “Abbiamo un problema, le perquisizioni di ieri hanno confermato che esiste un problema grave. Grazie alla sensibilità del Governo stiamo cercando un modo per affrontare una situazione di emergenza e per risolvere un problema che, altri in maniera spesso irresponsabile o deresponsabilizzandosi, hanno creato”.
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