La multiutility respinge le soluzioni proposte dalla Regione per motivi tecnici e presenta ricorso al tribunale delle acque contro l'ordinanza sullo stop al prelievo del lago di Bracciano. E spiega: o si ritira o si dà il via al razionamento
L’ACEA ha presentato il ricorso al Tribunale delle Acque contro l’ordinanza della Regione Lazio che dispone lo stop dei prelievi dal lago di Bracciano a partire dal 28 luglio. Il ricorso, già annunciato, è stato notificato alla Regione Lazio e ai comuni del lago di Bracciano. E così, mentre ieri è andato in scena un incontro in Campidoglio tra il Comune, la Regione e la multiutility che a dispetto delle dichiarazioni finali non ha portato ad alcuna soluzione, la guerra dell’acqua si deciderà in tribunale.
ACEA: la guerra dell’acqua finisce in tribunale
Senza un accordo a mezzanotte del 28 luglio scatterà la chiusura a turno per otto ore, nella quasi totalità dei municipi capitolini, degli approvvigionamenti idrici. Il terreno dello scontro è il lago di Bracciano, ridotto ormai ad una pozzanghera. Il lavoro del tavolo proseguirà domani sotto forma di cabina di regia, nel pomeriggio inoltre ci sarà anche un incontro tra le parti al ministro dell’Ambiente. Intanto ieri ACEA ha smentito di aver proposto alla Regione Lazio uno slittamento del termine al primo agostoper puntare sull’esodo di agosto allo scopo di diminuire i consumi.
La multiutility ha anche spiegato che la soluzione di aumentare il prelievo dalle altre fonti, proposta sempre dalla Regione, ad oggi non è praticabile: «Ci vorrebbero 5 anni di lavori e 500 milioni di investimento per adeguare le infrastrutture ad un maggiore prelievo». E ha ribadito che le soluzioni sono due: o la Regione ritira l’ordinanza o si deve procedere al razionamento.
Razionamento o resa
Oggi è in programma la riunione dell’Osservatorio Appennino centrale, convocato nella sede dell’Autorità di bacino del fiume Tevere, alla presenza del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti: qui si esamineranno i passi avanti fatti e si chiederà un’ulteriore collaborazione da parte del Governo, che a breve potrebbe dichiarare lo stato di calamità naturale per la siccità anche nel Lazio.
Dipenderà molto dall’azienda di fornitura, se sarà nelle condizioni di mettere in campo interventi nell’immediato, che richiederanno tuttavia gradualità (dalla regolazione della pressione della rete di distribuzione alla ricerca delle perdite) a cui potrebbero essere affiancati, ad esempio, lo stop ai “nasoni”, le fontanelle nel centro storico di Roma, all’uso di acqua per irrigare il verde o lavare le auto. Soluzioni tampone che, sommate, possono consentire un risparmio idrico.
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