La sindaca di Roma auspica che Regione e ACEA trovino un accordo. Dimenticando che è il Comune l'azionista di maggioranza di ACEA e che il M5S aveva presentato denunce e risoluzioni contro il prelievo a Bracciano
“Sono chiaramente molto preoccupata, mi auguro sia assicurata l’acqua a tutti i cittadini romani, agli ospedali, ai vigili del fuoco, e agli esercizi commerciali e auspico che sia la Regione che Acea trovino quanto prima una soluzione condivisa”. Lo ha detto la sindaca di Roma, Virginia Raggi, oggi a Trastevere per la festa della Madonna de’noantri. “Dobbiamo tutelare al massimo – ha aggiunto – oltre un milione di cittadini romani”.
E Virginia Raggi spera che sull’acqua qualcuno trovi una soluzione…
L’uscita della sindaca pare curiosa. Il 14 giugno il M5S ha infatti depositato in Parlamento una risoluzione che chiede al governo di rivedere le concessioni siglate con i gestori degli Ato «al fine di sospendere o ridurre i livelli di captazione dai bacini idrici per evitare danni ambientali». Non solo. Spiega oggi Repubblica:
Fin dall’anno scorso Roma ha dovuto ricorrere alla riserva del lago di Bracciano. Prosciugandolo. Al ritmo di 1.110 litri succhiati al secondo. Scatenando un’autentica guerra. A base di denunce e diffide. Condite pure da qualche cortocircuito. Uno dei sottoscrittori dell’esposto in Procura per disastro ambientale contro Acea, che secondo l’accusa starebbe distruggendo l’ecosistema lacustre, è infatti il “Consorzio Lago di Bracciano”. La presidente dell’assemblea consortile è Virginia Raggi, nella sua veste di sindaca della Città metropolitana. Ma Raggi è anche principale azionista di Acea, la società che starebbe danneggiando il lago. Con il curioso esito di riunire in sé il ruolo di accusatrice e accusata.
Per trovare una soluzione entro giovedì sono attesi uno o più incontri tra la Regione Lazio e l’Acea, che – in caso di fumata nera – potrebbe procedere ad un ricorso contro la decisione sullo stop ai prelievi al lago di Bracciano. Giovedì è prevista al ministero dell’Ambiente una riunione dell’Osservatorio permanente sull’Italia centrale. Le parole del presidente di Acea Ato 2 Paolo Saccani pesano come macigni: “In sette giorni non troveremo altra soluzione che razionare l’acqua a 1,5 milioni di romani, alle attività produttive, turistiche, ai palazzi delle istituzioni, al Vaticano: questo succederà. Non faremo il bene dell’immagine della Capitale d’Italia”. Anche il Movimento 5 Stelle va all’attacco: “La Regione si è spinta troppo avanti senza coordinarsi con il Comune – sostiene il capogruppo in Campidoglio Paolo Ferrara -. Avrebbero dovuto sentire prima il Comune visto che è una misura molto impattante sui cittadini”.
Nessun commento:
Posta un commento